Fausto Pinarello, presidente ed amministratore delegato della Pinarello Cicli, è indiscutibilmente una delle bandiere più prestigiose e qualificate nel mondo della bicicletta. Il suo marchio è legato all’alta gamma, al mondo agonistico di vertice per eccellenza. E’ particolarmente curioso capire come la pandemia abbia influenzato i suoi trend di vendita.
«Per la mia azienda il bilancio si chiude al 30 giugno e questo ha pesantemente inciso sui conti perché la ripresa che c’è stata a maggio non è riuscita in due mesi a colmare le perdite patite nei mesi del lockdown. Poi la ripresa è continuata ed io ne ho tratto ovviamente i vantaggi».
– Come ha influito la pandemia sul mercato della bicicletta?
– E’ brutto da dirsi, ma per molte aziende del nostro settore è stata una fortuna. Il nostro prodotto ha tratto giovamento a differenze di altri settori commerciali, ristorazione, turismo, che invece hanno patito danni importanti.
– Perché?
– Perché la richiesta di biciclette è stata molto forte. Molte aziende hanno potuto svuotare i magazzini ed hanno ritrovato quelle energie che magari si erano un po’ appannate.
– Anche per voi?
– Onestamente devo ammettere che anche noi abbiamo avuto un buon incremento, ma i vantaggi maggiori li hanno avuti i settori più economici. Sono andate a ruba le bici tra i mille ed i millecinquecento euro. Il nostro prodotto si colloca in una fascia molto più alta e per di più avevamo già prima numeri molto alti.
– E cosa prevede per la prossima stagione?
– Immagino che questa crescita potrà continuare, ma per la mia azienda la situazione è un po’ particolare.
– Cosa vuol dire?
– L’anno prossimo si corona un lavoro iniziato già molto prima della pandemia che ci porterà ad allargare il nostro range di produzione.
– Cioè?
– Stiamo preparando il nostro ingresso nel settore urban bike, elettrico, gravel, mountain bike.
– Novità importanti…
– Abbiamo rinnovato tutta la squadra manageriale dell’azienda proprio per poter costruire le basi di un altro quadriennio importante. Non è una riorganizzazione legata alla pandemia, ma ad una programmazione che viene da lontano. Già negli anni Ottanta e Novanta facevamo delle mountain bike, poi abbiamo preferito concentrarci sulla strada. E poi…
– E poi?
– Alle spalle dell’azienda ho acquistato un terreno dove voglio costruire “Bike Land”.
– Cos’è?
– Sarà un territorio esclusivamente dedicato alle biciclette. Ci saranno piste per bambini, ma anche una pista di Bmx, una per gravel, un circuito da cross country, una da trail. L’elettrico che in questo momento va fortissimo. Vorrei che chiunque volesse provare una nostra bicicletta potesse uscire dall’azienda e trovare lo spazio ideale per provarla e divertirsi. Una nostra bicicletta per ogni specialità.
– Un allargamento di gamma molto ampio. Perché?
– Ho la passione per la bicicletta. Amo la bicicletta. Ma voglio anche costruire passione intorno ad essa. E penso anche ai miei clienti di domani. Una mamma sarà molto più contenta di mettere il figlio in bici in un ambiente sicuro piuttosto che mandarlo per strada.
– Dalla corsa alla gravel?
– La gravel è una tipologia di bicicletta che viene molto apprezzata dalla nostra clientela e può rappresentare una valida alternativa per escursioni.
– E la mountain?
– Presto.
– Sempre alta gamma?
– Sempre con il nostro Dna. D’altra parte non ci riesco a fare biciclette da duemila euro. Ed ognuno deve fare quello che sa fare meglio!
La prossima puntata con Schwalbe sarà pubblicata il 26 dicembre.
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