INCHIESTA/Quale futuro dopo il virus? La voce di Paola e Monica Santini

Santini
Monica e Paola Santini, rispettivamente amministratore delegato e marketing manager di Santini.
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Paola Santini, insieme alla sorella Monica, gestisce una delle aziende di abbigliamento più antiche e prestigiose del panorama mondiale. La sua azienda è stata anche capace nei momenti più drammatici della pandemia di trasformare la sua produzione venendo in soccorso dell’emergenza con una ricca e qualificata produzione di mascherine. Un’attività che oltre al grande valore sociale, ha avuto anche il pregio di mantenere sempre attiva l’azienda che ha potuto poi ritornare ai suoi canali produttivi tradizionali.

– Quanto ha pesato la pandemia sulla produzione dell’azienda?

– Il 2020 era iniziato molto bene e stavamo registrando una forte crescita nei mesi di gennaio e febbraio. Poi, con l’arrivo del Covid, tutto è cambiato e la crescita per un paio di mesi si è arrestata. Da metà marzo 2020, ci siamo però impegnati su un fronte diverso: abbiamo convertito la produzione da abbigliamento tecnico per il ciclismo a quella di mascherine perché sapevamo che negli ospedali, ma anche nelle aziende, c’era un forte bisogno di questi dispositivi di protezione. Abbiamo sviluppato vari prototipi e abbiamo ricevuto l’approvazione dal Politecnico di Milano e, a seguire, il nulla osta dell’Istituto Superiore di Sanità per una mascherina SP MASK T1 TIPO II, cioè monouso chirurgica. Oltre a questa mascherina, abbiamo iniziato anche a produrre mascherine filtranti lavabili. In totale, abbiamo prodotto 425.000 mascherine tra lavabili e usa e getta. Le mascherine ci hanno aiutato a sopravvivere come azienda, a pagare gli stipendi ai dipendenti e le fatture ai fornitori oltre che a sentirci utili sul territorio in un momento molto difficile.

– Quanto è stato difficile, se lo è stato, riprendere la normale attività?

– La crescita che per qualche mese si era arrestata, è ricominciata nei mesi estivi del 2020, ma in un modo totalmente diverso. La nostra produzione, che di solito si divide in prodotti custom, prodotti per gli eventi e prodotti collezione, ha visto un arresto dei primi due ed una crescita molto forte dell’ultima. Questa crescita la stiamo vedendo ancora ora con la collezione invernale. I negozi, che erano in difficoltà prima dell’arrivo del Covid e lo sono stati durante il lockdown, ricominciano ora a lavorare e a lavorare bene. L’online ovviamente sta andando molto bene.

– Come funziona l’approvvigionamento visto che molti negozianti lamentano la mancanza di prodotto?

«Al termine del primo lockdown, quindi da maggio, la produzione di abbigliamento da ciclismo e da triathlon è subito ripartita. Il fatto di avere la produzione tutta in Italia è stato sicuramente un vantaggio perché ci ha dato la possibilità di essere flessibili e rispondere alle richieste del mercato molto velocemente, quindi da parte nostra non abbiamo avuto problemi di approvvigionamento ai negozi.

– L’incremento è stato fisiologico? Sostenibile? Eccezionale? 

– L’incremento c’è stato, inizialmente graduale, poi più forte. Per quanto riguarda noi al momento è sostenibile, sicuramente è una situazione di sfida nella quale ci stiamo mettendo alla prova, noi con tutti i nostri dipendenti, perché, mentre per quanto riguarda l’online c’è stata una crescita che però era già iniziata prima del lockdown, per quanto riguarda i negozi invece, prima del lockdown eravamo in una situazione di letargo, mentre ora sembrano essersi tutti risvegliati improvvisamente. In questi mesi hanno venduto tutto quello che avevano e ora sono più disponibili ad acquistare.

– E’ destinato a durare? E se si, in che misura?

– Credo che la crescita continuerà. Probabilmente subirà un rallentamento, ma ci sono troppe condizioni favorevoli perché la crescita si fermi.

– Quali sono le tipologie di prodotto più richiesto?

– Come anticipato, stiamo vendendo molto bene i capi facenti parte delle nostre collezioni, mentre hanno perso un po’ quelli custom e quelli delle linee dedicate agli eventi, come La Vuelta. Tra i prodotti estivi, abbiamo venduto molto bene le maglie super leggere, ottime anche per gli allenamenti indoor, mentre della collezione invernale, stiamo riscontrando un grande interesse per giacche e calzamaglie. Abbiamo anche lanciato in questo periodo una linea dedicata al Gravel e a breve lanceremo una linea per l’indoor. Erano prodotti che il mercato richiedeva e siamo riusciti a sviluppare in pochissimo tempo per lanciarli nel momento giusto.

– Si parla dell’arrivo di un utente meno tecnico, incide sulla richiesta del prodotto?

– Sono sempre più le persone che si stanno avvicinando al ciclismo e spesso all’inizio un neofita sceglie capi con un prezzo più basso. Nelle collezioni Santini abbiamo sempre una proposta più accessibile dal punto di vista del prezzo, che garantisce comunque alta tecnicità e performance. Stiamo lavorando moltissimo anche sulla presentazione del prodotto, dalle foto alle descrizioni. L’utente neofita ha bisogno di capire, conoscere, essere istruito. L’abbigliamento per il ciclismo ha un livello di tecnicità incredibilmente maggiore rispetto ad altri sport, quindi è importante che l’utente possa comprendere quale prodotto sia meglio per lui in base alle proprie esigenze.

– Arriva anche nel ciclismo il concetto di moda? E se si, in che direzione?

– L’estetica del capo è importante sia per gli uomini, sia per le donne. Certo, la tecnicità, il comfort, la vestibilità sono fondamentali e vengono al primo posto per tutti i ciclisti, ma anche l’occhio vuole la sua parte. Le nostre collezioni uomo e donna si basano sul principio del mix&match e tutti i capi sono tra loro liberamente abbinabili sotto il profilo del visual. I capi giocano infatti su colori e fantasie perfettamente matchabili e ogni collezione ha una palette colore definita: per questo autunno/inverno, per esempio, la linea uomo richiama i colori dei nostri boschi, delle foglie che cadono dagli alberi, delle giornate nebbiose. Per la prossima estate, la scelta ricade su colori più accesi, come il verde delle colline e l’azzurro dei cieli tersi. Questa è un’azienda gestita da due donne, quindi l’attenzione al design non manca mai! Guardiamo tantissimo anche a quello che fa la moda per trarne idee e ispirazione.

La prossima puntata con Alessia Piccolo, amministratore delegato dell’Alè Cycling, sarà pubblicata mercoledì 16 dicembre.

– Leggi la prima puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” Introduzione

– Leggi la seconda puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Campagnolo

– Leggi la terza puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Fsa

–  Leggi la quarta puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Scott

– Leggi la sesta puntata dell’inchiesta ”Quale futuro dopo il virus?” La voce di Alessia Piccolo

– Leggi la settima puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Andrea Gastaldello (Wilier)

 Leggi l’ottava puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Cristiano de Rosa

 Leggi la nona puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Fausto Pinarello

 Leggi la decima puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Schwalbe

 Leggi la undicesima puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Garmin e Tacx

Leggi la dodicesima puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Shimano

Leggi la tredicesima puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Colnago

Leggi la quattordicesima puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Cannondale

Leggi la quindicesima puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Prologo

– Leggi la sedicesima puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Sidi

– Leggi la puntata finale dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?”