GIRO D’ITALIA 2023 / La rabbia di Caruso: «Prendiamo acqua da due settimane, non metteteci in croce per oggi»

Caruso
Damiano Caruso al traguardo della tredicesima tappa del Giro d'Italia 2023
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Per parlare con Damiano Caruso c’è stato bisogno di aspettarlo un’ora fuori dall’antidoping. Penultimo ad uscire, dopo di lui solo Einer Rubio, vincitore di tappa. Subito dopo l’arrivo, arrabbiato nero, Caruso aveva detto perentorio: «Non parlo con nessuno, andate a cercare chi di dovere». Rabbia e dispiacere per la frazione annullata? No, non proprio.

«Stamattina un vostro collega, credo spagnolo, ha scritto che io avrei detto alla Rai che l’accorciamento della tappa odierna è una vergogna. È assolutamente falso, mai detto. Questioni del genere non fanno altro che aggiungere nervosismo allo stress già presente».

Ma Caruso voleva la tappa intera? «Io mi adatto alla decisione che è stata presa democraticamente. Ieri sera avevamo altre informazioni sul meteo che giustificavano le richieste del gruppo. A me oggi ha fatto male incassare le offese e gli sberleffi di tanti tifosi lungo il percorso. Prendiamo acqua da due settimane, non metteteci in croce per la tappa di oggi».

Caruso che oggi si è fatto anche vedere nel finale, prima di terminare tredicesimo, ultimo del drappello dei migliori. «Non era un attacco per far male, solo per smuovere le acque. Che sto bene è palese, si vede. Quello che sto facendo in questi anni è un extra, voglio divertirmi e regalare spettacolo sperando di raccogliere il massimo».

Dopodiché Caruso, un po’ meno nervoso di prima, è salito in ammiraglia e se n’è andato via. Il suo Giro è appena iniziato.