INCHIESTA/Quale futuro dopo il virus? La voce di Cristiano De Rosa

Cristiano De Rosa, amministratore delegato di De Rosa.
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Cristiano De Rosa rappresenta uno dei brand storici più qualificati e prestigiosi della bicicletta italiana. La sua azienda di Cusano Milanino è diventato un tempio per i cultori di tutto il mondo per la passione coltivata che ha sempre garantito step qualitativi molto alti.

– Qual è lo stato di salute del mercato della bicicletta?

– C’è una situazione molto strana: la domanda è elevatissima, ma manca il prodotto.

– Come è possibile?

– Il problema sono i gruppi: mancano. Shimano, a causa della pandemia, ha allungato ancora di più i tempi di consegna che ormai sfiorano l’anno. La richiesta del mercato supera di gran lunga la pianificazione e questo ha determinato una grande difficoltà perché, inevitabilmente, ha finito per intasare anche la Campagnolo sulla quale hanno finito per convergere gli ordini alla ricerca di una più sollecita consegna del materiale.

– I telai?

– Per la produzione dei telai non ci sono grossi problemi. O meglio: i telai in metallo, acciaio, alluminio, titanio, li realizziamo noi e non ci sono particolari difficoltà. Andiamo avanti con gli straordinari, ma rispettiamo i tempi. Il carbonio invece ci costringe ad aspettare il prodotto e qui i tempi non dipendono più da noi.

– Quindi un 2020 sostanzialmente positivo!

– Assolutamente sì. Grande successo della bicicletta. Che ci volesse un virus per far capire alla gente cosa può valere una bicicletta in termini di salute, mobilità, tempo libero, divertimento… chi l’avrebbe detto.

– Che tipo di bici viene maggiormente richiesta?

– Due richieste. La prima si rivolge a biciclette di primo segmento. Grazie anche al bonus una bici da 1.500 euro la porti a casa con un migliaio di euro. E’ un bell’approccio. Il bonus ha aiutato molto.

– E l’altro?

– L’altro tipo è il “luxury”, la bici da diecimila euro. Chi ha sofferto il lockdown ha deciso di vivere al meglio la propria passione e rinnova la sua bicicletta con un oggetto di grande valore e affidabilità. Questo, che è il nostro settore di maggiore soddisfazione, è andato molto molto bene.

– Per il 2021 cosa immagina?

– Tutto fa ben sperare. Sono ottimista perché credo che questa prorompente richiesta di bicicletta non solo fa bene all’economia del settore, ma fa bene all’intera società perché aiuterà anche a cambiare la cultura di un Paese. Ci sarà sempre più rispetto per i ciclisti e quindi maggiore sicurezza sulle strade.

Appuntamento per la prossima puntata a mercoledì 23 dicembre con Fausto Pinarello.

– Leggi la prima puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” Introduzione

– Leggi la seconda puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Campagnolo

– Leggi la terza puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Fsa

–  Leggi la quarta puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Scott

– Leggi la quinta puntata dell’inchiesta ”Quale futuro dopo il virus?” La voce di Santini

– Leggi la sesta puntata dell’inchiesta ”Quale futuro dopo il virus?” La voce di Alessia Piccolo

– Leggi la settima puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di di Andrea Gastaldello (Wilier)

 Leggi la nona puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Fausto Pinarello

 Leggi la decima puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Schwalbe

 Leggi la undicesima puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Garmin e Tacx

Leggi la dodicesima puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Shimano

Leggi la tredicesima puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Colnago

Leggi la quattordicesima puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Cannondale

Leggi la quindicesima puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Prologo

– Leggi la sedicesima puntata dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?” La voce di Sidi

– Leggi la puntata finale dell’inchiesta “Quale futuro dopo il virus?”