UAE Tour, la “frullata” di Magrini: «Cartellino rosso al gruppo. Spero che la Gazprom resti nel ciclismo, la guerra non è giusta»

La volata del gruppo nella sesta tappa dell'UAE Tour 2022 (foto: LaPresse/Fabio Ferrari)
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La linea che separa i giudizi positivi dai giudizi negativi, è sempre molto sottile. Ci sono però delle situazioni così limpide, chiare e lineari che scegliere tra gli opposti di una medaglia è semplice. La sesta tappa dell’UAE Tour è stata un’autentica “Fuga per la vittoria” come il film: gli avventurieri di giornata hanno conquistato il traguardo dell’Expo di Dubai, grazie alla complicità del gruppo troppo attendista e remissivo. Nella sua “frullataRiccardo Magrini estrae il cartellino rosso nei confronti del plotone e poi su quibicisport parla anche di stretta attualità: la Gazprom, squadra russa, è una realtà che valorizza i giovani, protagonista di un ottimo UAE Tour. Considerata la guerra in atto tra Russia e Ucraina il progetto resisterà?

Magrini, fuga per la vittoria riuscita. Merito dei coraggiosi di giornata o il gruppo si è svegliato tardi?

«Tutte e due le cose. Quando arriva una fuga è perché dietro sbagliano qualcosa. Di solito, in una tappa di pianura, la fuga viene ripresa se c’è accordo dietro. Hanno sottovalutato il fatto che i battistrada fossero in sei e soprattutto che c’erano tre corridori di una squadra e due di un’altra, c’era coesione nell’azione. Hanno sempre mantenuto quel vantaggio e dietro tirava solo Masnada e le squadre non si sono organizzate. Bene per Vacek, giovane di 19 anni, della Gazprom che meritava una vittoria visto che tutti i giorni è stata in fuga con Strakhov che ha vinto la classifica degli sprint intermedi».

Interessante il progetto della Gazprom-Rusvelo. Come lo valuti e che futuro potrà avere?

«La Gazprom era nata come squadra prettamente chiusa ai russi e pian piano si è allargata. Ora hanno diversi corridori di varia nazionalità come Vacek della Repubblica Ceca e ha anche degli italiani. Si è comportata bene con Matteo Malucelli, mi sembra che stiano lavorando bene. Gazprom è un colosso, ma speriamo che non incidano negativamente i fatti che si stanno sviluppando in Russia e Ucraina».

Gazprom è sponsor della Champions League e la UEFA potrebbe risolvere il contratto con il colosso russo. La Professional di ciclismo potrebbe risentire degli sviluppi della guerra?

«Questo non lo so, è difficile. Di solito quando si fanno i contratti e si stipulano determinati budget, vengono mantenuti. Poi per cause di forza maggiore, non lo so. Questo è un caso limite. Rischiano tutti gli atleti legati a Gazprom e questo non è giusto. La guerra non è giusta in primis, poi non è giusto che a farne le spese siano i ragazzi e gli atleti in generale di tutti gli sport. Spero che continuino a fare attività perché la stanno facendo bene».

Le squadre dei velocisti oggi un cartellino giallo lo meritano?

«Ma sì perché comunque, anche Philipsen che poi ha vinto la volata del gruppo, in un primo momento aveva fatto tirare uno dei suoi e non ho capito perché non hanno insistito nell’azione. Hanno calcolato male il fatto che davanti ci fossero tre ragazzi della Gazprom, due ragazzi della Bardiani-CSF-Faizanè e il francese che tirava. Hanno sempre mantenuto lo stesso vantaggio per chilometri e chilometri. Secondo me dalle ammiraglie hanno sottovalutato la situazione, perché in quei casi lì i corridori stanno a sentire quello che dicono i direttori sportivi. Quindi più che cartellino giallo è cartellino rosso, soprattutto per le squadre dei velocisti. La Alpecin-Fenix avrebbe potuto lavorare, ma Philipsen ha vinto già due tappe. Masnada si è sacrificato più di tutti, in una squadra piuttosto debole».

A Jebel Hafeet conferma facile di Pogacar all’UAE Tour o possibili sorprese all’orizzonte?

«Non vedo come possa perdere la classifica. Dietro di lui c’è Ganna e il resto ha margine. Vlasov può tentare di metterlo in difficoltà, ma Pogacar ha la squadra per controllare tranquillamente la corsa: ha Almeida, ha Majka, ha Bjerg, una squadra forte. Non vedo come facciano a poter ribaltare la situazione. Magari per il successo di tappa sì, ci vogliono le gambe per poter vincere. Deve stare attento a Vlasov che con gli abbuoni e la vittoria di tappa potrebbe impensierirlo. Da come pedala e dalla squadra ha il 90% della vittoria in tasca. Mi piacerebbe piuttosto, che Filippo Ganna tentasse di tenere il piazzamento che ha. Vedremo come la Ineos vorrà affrontare la salita».

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