UAE Tour, la “frullata” di Magrini: «Viviani è da solo, deve arrangiarsi. Philipsen e Alpecin tattica perfetta, BikeExchange e Groenewegen inconcludenti»

Elia Viviani in testa al gruppo all'UAE Tour 2022 (foto: Fabio Ferrari/Lapresse)
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Sarà che alla fine della giostra vince sempre uno. Sarà che negli ultimi metri, o sei un famelico cacciatore di arrivi o finisci per rimanere imbrigliato in un limbo dantesco di “se” e “ma”. Sarà che alla fine vince con il pilota automatico Jasper Philipsen, belga spaziale di un’Alpecin-Fenix scientifica: dalla coda del gruppo alla prima posizione con facilità disarmante. L’esperimento Alpecin-Fenix è riuscito alla perfezione e viaggia verso il World Tour nel 2023? Ne parliamo nella “frullata” di Riccardo Magrini, sulla quinta tappa dell’UAE Tour, con l’allarme Elia Viviani costretto ad arrangiarsi negli sprint e una BikeExchange a dir poco inconcludente.

Magrini, troppo forte Philipsen o gli altri non sono all’altezza?

«Ha fatto due primi e un secondo posto. Tatticamente è molto bravo, fino a tre chilometri dalla conclusione era in coda al gruppo e ha risparmiato le energie insieme a tutta la sua squadra, disposta intorno a lui. Si sono presentati al momento giusto davanti. Lui sta bene e ha fatto una volata magistrale, non è che gli altri sono deboli. Corre bene e le infila tutte. Le altre squadre, come la BikeExchange hanno sprecato molto».

Queste vittorie sono il pass per l’Alpecin-Fenix nel World Tour?

«Sì, questa è una squadra Professional mascherata. Ha corridori e individualità da squadra World Tour, certo: ha corridori in grado di poter tranquillamente correre nel World Tour. Nel 2021 è arrivata sesta, se si considerano i punteggi dei team. Parliamo di una squadra Professional, per modo di dire. Ha una tattica come la Quick-Step dei giorni migliori, Philipsen va forte e vince».

Ottimo quarto posto di Malucelli, Viviani soltanto sesto. Qual è la tua idea su questi piazzamenti?

«Malucelli ha corso molto bene, perché ha preso la ruota giusta e ha rimediato un buon quarto posto, un piazzamento di qualità. Viviani non ha corridori a disposizione, tranne Ganna che fino a un certo punto lo porta davanti. Anche gli altri sono nella stessa situazione: Démare che è arrivato settimo, ha un treno per lui ma ci rimbalza. L’aspetto vento anche è importante: se prendi una ventata resti dietro e poi le volate sono caotiche. Anche Kooji è molto bravo, Bennett invece non riesce a trovare il guizzo giusto e Groenewegen è inconcludente».

L’olandese della BikeExchange, nonostante lo sforzo della squadra, è rimasto imbottigliato senza partecipare allo sprint.

«Groenewegen secondo me, da come l’ho visto, fa l’errore che fanno altri insieme alle rispettive squadre: rimanere lungo e poi non trovare lo spazio per la volata. I compagni hanno lavorato prima, per chiudere sul fuggitivo e quindi sono mancate le energie e gli uomini per supportalo per il finale. La differenza l’ha fatta la squadra, Philipsen era in fondo con tutta l’Alpecin-Fenix: tutti compatti e freschi per il momento decisivo».

Tornando al capitolo Viviani: potrà lasciare il segno domani all’UAE Tour?

«Ha solo Ganna, Adam Yates pensa alla classifica e la squadra è molto giovane. Elia (Viviani, ndr) non è neanche abituato ad avere grandi treni. Lui si deve un po’ arrangiare e nell’arrangiarsi diventa difficile trovare posizioni. Per prendere la ruota di Jasper Philipsen lo devi anticipare, come ha fatto Kooji. Può lasciare la zampata se trova una buona posizione nel finale, il trucco è tutto lì. Ma siccome tutti vogliono andare avanti, non è facile».

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