UAE Tour, la “frullata” di Magrini: «La UAE ammazza le corse, ma nessuno la critica. Contro la Sky di Froome parlavano tutti»

La UAE Team Emirates in testa al gruppo nell'ultima tappa dell'UAE Tour (foto: Fabio Ferrari/Lapresse)
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Prima regola dell’UAE Team Emirates: mai dare spazio agli altri. Seconda regola: vedi la prima. È questa ossessiva fedeltà al dogma la lente attraverso cui considerare l’UAE Tour 2022 e il suo finale, leggendo in filigrana una storia che non è mai stata in discussione. Vincono sempre gli stessi, ma nessuno li critica. E allora su quibicisport è Riccardo Magrini con la sua “frullata” ad accendere il dibattito: perché con la Sky di Chris Froome parlavano tutti e in questo nuovo “regno” emiratino no? La UAE ammazza le corse? Question time aperto a ruota del “Magro”, su BS.

Magrini: UAE Team Emirates dominante, la corsa non c’è stata. Chi può contrastarla?

«Criticavano la Sky che correva così e la criticavano per la frullata di Froome. Quando c’era la Sky davanti al gruppo era super-criticata perché aveva quel modo lì di correre e ammazzava le corse. Ora per l’UAE non lo dicono. Ma è così, è un modo di correre da squadra più forte e loro sono i più forti. Tre corridori nei primi dieci, Almeida subito forte. Adam Yates ha fatto uno scatto alla fine che ci voleva soltanto il miglior Pogacar per non staccarsi. C’è poco da fare, sono forti e oggi l’hanno meritata, come tutta la corsa. Ma questo è un Giro abbastanza facile. Prendiamo atto della supremazia e che Pogacar è ripartito come lo scorso anno, però questa era una corsa prettamente per velocisti e con due salite hanno chiuso la partita. Tecnicamente cosa c’era? Altrimenti qui ci si esalta. Poi l’anno scorso ha vinto la Tirreno, ma lì c’erano tutti e aveva un altro valore. UAE Tour importante, ma non è che ci fossero grandi insidie. Resta il fatto che l’UAE è la squadra più forte per individualità, per varietà di corridori e campioni».

Perché la Sky, con lo stesso modo di correre, veniva criticata? Forse Pogacar è più popolare di Froome?

«Ma sì. Froome non era solo Froome, c’era Wiggins e il sistema Sky era quello. Il ciclismo moderno è fatto così: c’è grande andatura, grande forza di squadra che aiuta poi il rifinitore a fare la differenza. Questo è bello e quello non lo era? Mi chiedo questo, ma non perché voglio essere l’avvocato difensore di Sky. Quando l’ha fatto la Jumbo-Visma di Roglic uguale. Le squadre si sono rafforzate per arrivare a queste soluzioni, poi bisogna andare più forte sempre».

Analogie e differenze tra Sky e UAE?

«Le analogie sono quelle della condotta di corsa, le differenze sono nel farsi stare più simpatico o meno un corridore. Io ho detto così, perché non ho letto da nessuna parte le critiche che ho letto contro la Sky: quando il team britannico spendeva tutti quei soldi tutti parlavano, al contrario di oggi. La realtà è diversa: l’UAE spende tanto quanto la Ineos. Sono tutti discorsi e chiacchiere che lasciano il tempo che trovano. Lo voglio sottolineare perché mi dava fastidio quando mi dicevano che noi in telecronaca difendevamo Sky, ma noi eravamo e siamo asettici nel commentare».

Focus sulla tappa finale dell’UAE Tour: supremazia Pogacar, sorprendente Pello Bilbao, Vlasov giù dal podio.

«Pogacar non lascia vincere nessuno ed è bello per questo. Bilbao è andato forte e ha conquistato un podio inaspettato come anche il piazzamento nei primi dieci di Verona della Movistar. Con una classifica molto corta, chi ha tenuto sull’ultima salita ha fatto presto a balzare in avanti. Bilbao è rientrato dopo la strappata di Adam Yates e la Bahrain-Victorious si distingue molto nelle corse».

Dumoulin anche oggi lontano dai migliori.

«L’olandese ha detto che vuole fare il Giro d’Italia da protagonista e ha tutto il tempo. Tra marzo e aprile, in due mesi, si affina molto la condizione e migliorerà».

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