Qhubeka Nexthash alla disperata ricerca di sponsor, ma Assos non vuole rischiare

I corridori della Qhubeka NexyHash alla partenza della quarta tappa dell'Arctic Race of Norway 2021, da Gratangen a Harstad (foto: A.S.O./ARN/Gautier Demouveaux)
Tempo di lettura: 2 minuti

2 dicembre 2021. Il destino della Qhubeka Nexthash è appeso a un filo molto sottile, un equilibrio instabile e precario come quello degli artisti che si esibiscono nei migliori circhi del mondo. E se il team, salvato da Assos nel 2020 investendo tanti milioni sulla squadra al fotofinish quando le speranze sembravano ormai polverizzate, vuole tornare nel Circus del World Tour anche nel 2022 dovrà muoversi e presto. La disperata ricerca di sponsor da parte di Douglas Ryder continua, ma il tempo a disposizione sta per scadere.

Qhubeka Nexthash appesa a un filo: per il 2022 si cercano sponsor e Assos resta alla finestra (per ora)

In molti ricorderanno la “Crisi di fine agosto” con gli stipendi non pagati e difficoltà economiche evidenti. Secondo quanto riportato da cyclingnews, in autunno a molti altri sponsor più piccoli è stato chiesto di inviare i loro pagamenti finali prima del previsto per aiutare le finanze della squadra.

L’UCI ha prorogato la scadenza per le licenze del 2022 fino al termine di dicembre per concedere a Douglas Ryder la possibilità di reperire i fondi necessari, ma il sudafricano “sembra con le spalle al muro” come descritto dal portale britannico. Assos, rinomato brand di abbigliamento, sembrerebbe intenzionato e desideroso di dare il proprio sostegno alla Qhubeka Nexthash, qualora venga trovato un partner appropriato.

Nexthash, dal Tour de France 2020, ha firmato un accordo quinquennale il team e nel frattempo la maggior parte dei corridori, come l’azzurro Giacomo Nizzolo, hanno trovato nuove squadre con cui correre dal prossimo anno. Assos, dai suoi vertici, ha dichiarato: «Per noi è importante chi sono i partner e quali sono le loro aspirazioni e cosa vogliono fare. Aspetteremo, vedremo e poi decideremo se è il programma giusto per noi e se farne parte o meno». A fine dicembre la risposta definitiva.