«Tifavo Fabbro, ma Tratnik ha vinto con merito. Nibali, ti aspetto sul Bondone e sullo Stelvio»

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Ecco il giudizio di Beppe Conti sulla sedicesima tappa del Giro d’Italia, raccolto dal nostro Davide Bernardini.

La tappa di oggi avrebbe potuto essere disegnata diversamente, Beppe?

«Sì, agli organizzatori bisogna sempre fare un applauso per quello che fanno, ma la frazioni odierna è stata noiosa. E il fatto è che si sapeva: troppo lunga, e poi subito dopo il secondo giorno di riposo, per stuzzicare i capitani. Se fosse stata più corta, invece, sono sicuro che qualcuno avrebbe movimentato le acque. Comunque tifavo Fabbro, un ragazzo grintoso e di talento. E a Tratnik dico bravo, l’ennesimo sloveno che strappa un successo ad alti livelli».

In che modo Nibali può sperare di ribaltare la corsa?

«Semplice, attaccando da lontano: e con lontano intendo il Bondone nella tappa di domani e lo Stelvio in quella di giovedì. Non ha una squadra per organizzare qualcosa di serio, quindi non gli resta che sfruttare le azioni di quei corridori che, come lui, per puntare al podio o alla vittoria finale non possono attendere l’ultima salita. Penso a Bilbao, Pozzovivo e Fuglsang, ad esempio. Oppure a Hindley, perché no?»

Il Giro d’Italia dipende dalle mosse della Sunweb?

«E’ la squadra più pericolosa, senza dubbio. Potrebbe mandare in avanscoperta uno dei due, diciamo Hindley, chiudendo Almeida in una tenaglia. Kelderman è più solido e affidabile, ovviamente, ma questo giovane australiano non lo sottovaluterei. Se si muovesse da lontano, potrebbe davvero far saltare il banco. E Nibali, a quel punto, dovrebbe assolutamente seguirlo. Per sperare nell’impossibile bisogna provare a realizzare l’impossibile».