Démare, osa come un’aquila: la Francia sogna la ciclamino dal 2014

Demare
Arnaud Démare sul podio del Giro d'Italia 2020.
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Oggi no. Non sono serviti replay, moviole e var. Oggi a Matera Arnaud Démare dai micron di distacco è passato ai metri. Il campione nazionale francese sul rettilineo finale ancora è invisibile all’occhio delle telecamera fisse, si trova imbottigliato verso la ventesima posizione. Ma come i migliori champagne che si stappano nelle occasioni speciali, il velocista della Groupama-FDJ, sorprende i nomi in evidenza sul taccuino della vigilia e si regala un’altra giornata di festa nella città dei Sassi. Un, deux et voilà: Jacopo Guarnieri pilota da grande apripista. Il capitano finalizza. Stavolta a braccia alzate, per una foto da trasformare in poster indimenticabile.

Démare come Bouhanni: due tappe e maglia ciclamino nel mirino

Arnaud. Sfumatura francese di un nome che calza a pennello per le caratteristiche dello sprinter di Beauvais: “potente come un’aquila”. Prende la testa del rush finale e stacca i rivali di due biciclette abbondanti. Sapete quanti metri di dislivello hanno affrontato da Castrovillari a Matera? 2821 e di momenti per abbassare la tensione questo Giro d’Italia finora ne ha riservati veramente pochi. Anzi, una cifra prossima allo zero.

Le volate sono questione di tempismo, occupazione degli spazi, di cogliere l’attimo. “Chissà, se non menano troppo in salita potrei essere anche nel gruppo buono, bisogna vedere però con che gambe”. Le gambe c’erano eccome. Vola, osa, trionfa. Sul traguardo che nel 1998 ha celebrato il Re Leone, Mario Cipollini. Altri tempi. Ma con lieto fine identico: una volata senza tattiche e astuzie, dove conta spingere senza mai voltarsi indietro. Dritti alla meta, colorata di ciclamino (vinta nel 1999 da Laurent Jalabert e assente dalla valigia per la Francia dal 2014, custodita da Nacer Bouhanni). Come un’aquila. Chapeau Démare.