
«Non ero mai stato così nervoso prima della partenza, come per la mia ultima corsa dell’eliminazione – sono le prime parole dette dal neo campione del mondo Elia Viviani, che ha concluso una lunga e importante carriera professionistica vincendo il titolo mondiale – Sapevo di stare bene così ho iniziato a pensare alla gara».
Uno ad uno ha battuto tutti gli avversari fino ad arrivare ad indossare la maglia che individua il campione del mondo. «Indossare la maglia iridata è un modo perfetto per finire la carriera, qualcosa di speciale. Era davvero quello che volevo. Voglio ringraziare la Federazione che mi ha dato l’opportunità di farlo, e tutti i tifosi qua (nel velodromo di Santiago del Cile, ndr): è un momento speciale per me, il Cile resterà nei miei ricordi per molto tempo».
È salito sul podio con delle scarpette commemorative della sua carriera, con riportata la dicitura “91 vittorie”. Nell’intervista ha ripassato nella mente tutti i suoi anni da professionista, tra strada e pista, e ha detto: «Penso che non avrei potuto pretendere di più da me stesso. Solitamente gli atleti si guardando indietro e pensano che avrebbero potuto vincere questo e quest’altro, ma io ho vinto tanto, su strada e su pista, e se devo scegliere un momento di sicuro è la medaglia conquistata alle Olimpiadi di Rio. La sensazione di quando raggiungi quel livello è qualcosa che non si può ripetere con altri risultati».
Infine, il campione del mondo nell’eliminazione Elia Viviani, ha concluso: «Non potevo immaginare un modo migliore per chiudere la mia carriera. Sapevo di poter dire ancora qualcosa e per questo ho voluto concludere al Mondiale. Sono orgoglioso di quello che ho fatto in questi anni. Quando ho iniziato a correre su pista ero solo: adesso, accanto a me, ci sono tanti giovani che hanno già dimostrato di poter dire la loro. Lascio a loro il compito di continuare il lavoro. Voglio ringraziare il mondo del ciclismo per quello che mi ha dato. È stato un bel periodo, ma ora dopo 16 anni vissuti al limite voglio godermi un po’ il resto».











