Parigi-Roubaix, dove si decide la corsa: Arenberg, Mons-en-Pevele e Carrefour de l’Arbre

Parigi-Roubaix
Mathieu Van der Poel in azione alla Parigi-Roubaix (foto: A.S.O./Ballet)
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Non è un caso che venga chiamata “La Regina delle Classiche“. Per il suo prestigio e per la sua dose di spettacolo, la Parigi-Roubaix è la corsa è più attesa dell’anno e domenica andrà in scena la 121ª edizione. Alcune edizioni sono passate alla storia, pensiamo per esempio all’ex-aequo tra Serse Coppi e André Mahe, i trionfi di Merckx e De Vlaeminck, la tripletta di Moser, la beffa e poi la rivincita di Ballerini, i duelli tra Boonen e Cancellara, il fango che avvolge Colbrelli. Sulla Roubaix si potrebbero scrivere enciclopedie.

Ma cos’è che rende unica questa corsa? Il pavé. Le pietre francesi non sono come quelle del Belgio, sono più cattive, più sconnesse, più spigolose. I rischi sono dietro l’angolo, che siano forature o cadute ad alta velocità e, per quanto se ne possa discutere, introdurre chicane prima di tratti iconici come la Foresta di Arenberg non basta.

La Foresta di Arenberg

La “Trouée“, come si chiama in Francia, è forse il settore più iconico dell’intera corsa. Due chilometri e trecento metri che si snodano nel bosco, fiancheggiando da un lato le transenne per contenere la folla, dall’altro una striscia d’erba molto spesso bagnata e fangosa e per questo molto insidiosa. Ma le difficoltà sono soprattutto all’inizio perché solitamente si entra nella Foresta dopo aver superato un passaggio a livello, da un tratto di strada leggermente in discesa che si restringe. Quest’anno si è deciso di inserire una chicane (altrettanto pericolosa secondo molti) che rallenterebbe la velocità all’ingresso del settore.

Due degli incidenti più tristemente famosi alla Parigi-Roubaix si sono verificati proprio ad Arenberg. Il primo quello di Johan Museeuw, finito a terra con la rotula letteralmente frantumata. La gamba viene ingessata, ma i dottori si sbagliano perché presto si infetta e va in cancrena a causa dell’impatto con gli escrementi di cavallo. La conseguenza è che il campione belga ha quasi rischiato l’amputazione. Due anni dopo vinse all’interno del velodromo, quattro anni dopo fa sua la terza Roubaix. Ma come dimenticare nel 2001 l’incidente horror di Philippe Gaumont e la sua rottura del femore che lo costrinse a stare fermo per quasi un anno?

Arenberg farà il suo ingresso quando mancheranno all’incirca cento chilometri dal traguardo, ma a quel punto la corsa è già entrata nel vivo. Qui si può attaccare, scremare il gruppo, ma si può anche cadere. Servono coraggio, nervi saldi e una grande abilità nella guida della bicicletta.

Mons-en-Pevele

Il secondo settore a cinque stelle di difficoltà è quello di Mons-en-Pevele, conosciuto anche come Pavé du Blocus e undicesimo tratto in pavé della Parigi-Roubaix 2024. Introdotto nel 1978, vede un ingresso piuttosto stretto con una dolce discesa di 300 metri seguita da una leggera salita di 800 metri prima di svoltare a destra a 90° in un tratto pianeggiante per altri 800 metri. Una dura svolta a sinistra, difficile da affrontare in condizioni fangose, conduce in un falsopiano per gli ultimi 1100 metri.

La sua posizione in corsa attorno ai meno cinquanta dall’arrivo lo rende uno dei settori più decisivi: chi ne ha, qui può fare la differenza, chi non ne ha può dire addio alla vittoria. È sul Mons-en-Pevele che Tom Boonen ha dato il colpo decisivo nel 2009, lo stesso dato da Fabian Cancellara l’anno successivo. Quel piccolissimo margine al termine del settore gli è bastato per tagliare il traguardo all’interno del velodromo.

Ma questo è anche il luogo dove nel 2006 George Hincapie ha rotto il manubrio, con il tubo dello sterzo che va a spezzarsi, e successivamente la clavicola nella caduta.

Parigi-Roubaix, chiude il Carrefour de l’Arbre

Infine il Carrefour de l’Arbre, il tratto in pavé di 2,1 chilometri tra Camphin-en-Pévèle e Gruson, inserito nella corsa nel 1980 e solitamente il quartultimo tratto su pietre prima dell’arrivo. Non è impegnativo come la Foresta di Arenberg, ma arriva dopo tanti chilometri ed è piuttosto lungo. La prima parte presenta una rapida serie di curve su falsopiano con il pavé che diventa sempre più sconnesso.

Dopo una brusca svolta a sinistra, la seconda parte è più rettilinea e agevole. Se qualcuno dovesse accelerare qui e fare la differenza, ecco che diventa molto complicato riuscire a rientrare. Nel 2022, per esempio, Dylan van Baarle ha attaccato qui per eliminare Matej Mohoric e Yves Lampaert. Ma anche Fabian Cancellara nel 2006 e Stuart O’Grady nel 2007.

Ma questo è anche un settore che può decidere chi perde. Ricordiamo l’incidente di Thor Hushovd nel 2009 che ha permesso a Boonen di andare a vincere in solitaria. Stijn Vandenbergh e il compagno di squadra Zdenek Stybar che sono andati a finire contro gli spettatori nel 2013.

È stato un settore anche ricco di polemiche. L’alcool in passato ha rovinato spesso la marcia di molti corridori. Filippo Pozzato ha affermato in passato di aver ricevuto degli sputi, così come l’ammiraglia della Saxo Bank ha subito atti vandalici sugli specchietti. E ancora la folla che ha lasciato dietro di sé un mare di immondizia, tanto da indurre il sindaco di Camphin-en-Pévèle nel 2009 a minacciare l’organizzazione di non permettere più alla corsa di utilizzare quelle strade.