Under 23, nasce il Team Bike Sicilia di Tiralongo: «Così i ragazzi non dovranno più emigrare»

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Paolo Tiralongo, ex professionista ed ex direttore sportivo della Palazzago. Squadra che ha chiuso i battenti al termine di questa stagione
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«Per anni e anni – racconta Paolo Tiralongoho sognato di allestire una squadra dilettantistica in Sicilia. Volevo che i ragazzi sentissero vicina la calda presenza di qualcuno: senza dover emigrare al Nord, senza dover fare compromessi con nessuno, senza dover abbandonare gli studi come invece è toccato a me. Volevo dar loro quella chance che non ho avuto io: e finalmente ce l’ho fatta, il prossimo anno in gruppo ci sarà il Team Bike Sicilia».

Quanti corridori avrete, Paolo?

«Tra i dodici e quindici. Ci saranno quattro ragazzi che avevo alla Palazzago e un solo elite, sul quale secondo me vale la pena puntare (fonti certe dicono che sarà Lorenzo Cataldo, ndr). Ci saranno tanti corridori siciliani, ovviamente. Per ora si tratta di una squadra di club, non di una continental: ci sarà tempo e modo per crescere».

Quando è nata l’idea?

«Nella mia testa c’è da tempo, come dicevo. Concretamente, abbiamo allestito tutto negli ultimi tre mesi. Ci siamo dati parecchio da fare, tuttora sono in Sicilia tra un appuntamento e l’altro. Il progetto è stato accolto con entusiasmo, ci tengo a ringraziare quegli amici imprenditori che mi hanno introdotto e presentato a certe aziende. I partner sono solidi, vedrete».

Tiralongo
Paolo Tiralongo in ammiraglia

E allora perché non una continental?

«Potrebbero permettersela senza problemi, ma vogliamo maturare con calma. Avremo la nostra base in Sicilia, dove ci alleneremo quotidianamente e affronteremo i nostri ritiri. Questa terra è meravigliosa, offre qualsiasi cosa: le bellezze, le strade poco trafficate, il meteo sempre clemente. Nella mia zona, quella di Siracusa, adesso ci sono ventidue gradi. Quando fa freddo, mai meno di quindici. Come essere in Spagna, insomma».

Quali obiettivi ti poni per il prossimo anno?

«Nessuno, a dire la verità. L’importante sarà essere protagonisti, come dico sempre ai miei ragazzi. Se ci sono entusiasmo, ambizione e serenità, i risultati vengono da soli. L’organico, secondo me, è completo e tutto sommato valido, ma ovviamente essendo partiti tardi abbiamo ingaggiato chi era rimasto libero sul mercato. Vince un corridore soltanto, ma in tanti possono entrare nel vivo della gara: il nostro primo obiettivo sarà questo».

Sarai team manager o direttore sportivo?

«Farò tutto, come alla Palazzago. Avrò uno o due direttori sportivi al mio fianco, quindi complessivamente dovrei essere meno solo».

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Lorenzo Cataldo batte Magli a Poggio alla Cavalla (foto: Giuliani)

Perché non hai proseguito alla Palazzago?

«Perché avevo quest’idea in testa e non volevo più rimandarla, il presidente Tironi già lo sapeva. Essendo molto impegnato con la sua azienda di falegnameria, evidentemente non aveva il tempo per tirare avanti anche la squadra. Dispiace, ma non ci si può fare molto. Curare come si deve una squadra di ciclismo è impegnativo».

E dura, anche: pensi al confronto con le continental e con le development?

«Come nella vita di tutti i giorni, spende chi può farlo. E’ una questione di budget, insomma. Ma lamentarsi non serve a niente: dove non arrivano i soldi, possono arrivare le idee. Secondo me devono essere intelligenti i corridori nella scelta: capire cosa vogliono, quanto valgono, a che punto della loro crescita sono. Ora come ora, andare all’estero è più appetibile: ma cosa succede se dopo due o tre anni in un vivaio si viene scartati e si è costretti a ricominciare altrove?».