GIRO D’ITALIA 2023 / La voce dell’Ammiraglio Savio: «Evenepoel può emulare Bugno che nel 1990 tenne la rosa dall’inizio alla fine»

Evenepoel
Remco Evenepoel in maglia rosa alla partenza della seconda tappa del Giro d’Italia
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Gianni Savio, team manager della GW Shimano-Sidermec, non ha dubbi e quando lo coinvolgiamo per conoscere il suo punto di vista sulla prima tappa del Giro, il vecchio ammiraglio di mille avventure va subito al sodo.

«Evenepoel ha detto che lascerà la maglia rosa per poi riprenderla più avanti, okay, ma se volete sapere come la penso io, beh dico che secondo me Remco potrebbe tenerla fino a Roma eguagliando così un record che manca agli archivi dal lontano 1990». Eh sì, Gianni Savio ha pensato subito alla grande impresa di Gianni Bugno, capace 33 anni fa di tenersi la maglia rosa dall’inizio alla fine.

«La Soudal-Quick Step è una buona squadra (gli unici due italiani in questo Giro in forze nel team belga sono Ballerini e Cattaneo, entrambi valorizzati da Savio, ndr) e tenere il simbolo del primato potrebbe essere meno gravoso di quanto si possa immaginare», dice Savio argomentando il suo pensiero. «La leadership darebbe morale e fiducia a tutta la squadra, che grazie alla rosa vivrebbe ogni giorno con una marcia in più, anche perché se Remco è bravo, e lo è, potrebbe “fare la corsa” sfruttando al meglio eventuali dinamiche a lui favorevoli».

In quel lontano Giro del 1990 Savio vinse con Leonardo Sierra il tappone dell’Aprica e proprio con quel Giro, il team manager piemontese continua a vedere delle curiose analogie. «Remco avrà in Roglic il suo avversario principe, ma avergli già rifilato 43’’ dopo appena un giorno vuol dire tanto sia dal punto di vista della classifica che dal punto di vista psicologico», conclude Savio che con la sua squadra sta ottenendo in questi giorni degli importanti successi in Sud America.

Infine, una veloce battuta sulla tappa di oggi favorevole alle ruote veloci del gruppo. «Sono curioso di vedere Gaviria: lo aspetto al varco perché mi dicono che sta bene, sia di gambe che di testa».