MILANO-SANREMO 2023 / Mathieu van der Poel come nonno Poulidor: «L’avevo sognata così»

Mathieu van der Poel festeggia sul podio la vittoria della Milano-Sanremo 2023
Tempo di lettura: 2 minuti

«Non poteva esserci uno scenario migliore», dice raggiante Mathieu van der Poel. A lui piace vincere, è fatto così: niente lo diverte di più. Vuole vincere sempre, da quando era bambino: Mathieu aveva in mente questa giornata da un anno esatto, quando a sorpresa arrivò terzo alla Milano-Sanremo sbucando dal nulla. Un podio alla Sanremo alla prima uscita stagionale su strada è qualcosa di disumano, eppure lui l’anno scorso era deluso, perché si era reso conto che quel terzo posto poteva essere qualcosa di più. Questo vuol dire essere vincenti, e nella delusione di un anno fa ci sono i semi del successo di oggi.

Primo a Sanremo, come già suo nonno Raymond Poulidor nel lontano 1961, al secondo anno del Poggio nel percorso della Classicissima. Mathieu era rimasto in Italia dopo la Tirreno-Adriatico che gli era servita a crescere di condizione senza farsi troppo vedere. «Un po’ di riposo e molti cappuccini mi faranno bene», aveva detto. E tre giorni fa era sul Poggio a provare il finale: aveva fatto una foto proprio nel punto esatto dove oggi è partito, incontro alla gloria. «È andato come previsto. Non riuscivo a pensare a un copione migliore. Sulla Cipressa c’era vento contrario, ma mi sentivo molto fresco. È quello che ho detto anche ai miei compagni di squadra».

È scattato sul Poggio. Anche suo nonno Poulidor era andato via sul Poggio e poi si era buttato da solo in discesa. Quando era sbucato sull’Aurelia aveva appena quattrocento metri sul gruppo tirato da Van Looy, all’ultimo chilometro ne aveva appena cento, ma gli erano bastati per alzare le braccia al cielo. Anche Mathieu, il suo «petit phenomene», è scattato sul Poggio, ed è arrivato con un vantaggio ancora più comodo. «Non poteva esserci uno scenario migliore».

Al traguardo lo aspettavano mamma Corinne – la figlia di Poupou – e la sua compagna, Roxanne, che aveva vissuto con lui i giorni da incubo ai mondiali australiani: stasera festeggeranno assieme il trentesimo compleanno di Roxanne e la terza Monumento di Mathieu. «Sapevo di voler attaccare sul Poggio, dove ho fatto un piccolo buco. Questa è stata una delle gare che volevo davvero vincere e il modo in cui l’ho fatto ha superato le mie aspettative. Sono molto contento di questo. Questo è speciale».

Van der Poel si è lasciato dietro il meglio: un Ganna che voleva dimostrare a se stesso e al mondo di essere un uomo da classiche, il suo eterno rivale Wout Van Aert, che gli corre contro da quando erano bambini, e Tadej Pogacar, il cannibale di questi anni. «È una Monumento, una gara che tutti vogliono vincere. Mi sono concentrato su questa corsa per molto tempo. La Tirreno-Adriatico non è andata così bene, ma avevo bisogno di quei giorni per essere in condizione. Questo è il mio miglior livello, credo».