Thomas: «Alla Ineos guardano solo i numeri. Tutti cercano il prossimo Evenepoel, ma lui è speciale»

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Geraint Thomas in azione al Giro dei Paesi Baschi
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A Geraint Thomas non è proprio andata giù come la Ineos-Grenadiers abbia cambiato atteggiamento nei suoi confronti. Il gallese in una recente intervista a CyclingNews ha parlato di come nel giro di pochissimi giorni sia passato da essere capitano unico del team a gregario, nonostante all’ultimo Tour de France abbia conquistato il terzo posto alle spalle di Vingegaard e Pogacar.

«Sembrava si limitassero a guardare i numeri e i dati. Hanno guardato le statistiche e non la persona che hanno conosciuto in questi venti anni insieme. Mi hanno ritagliato un ruolo nuovo, quello di supporto ed esempio per i più giovani, perdendo quello da capitano. Per il Tour si è parlato di Martinez o Yates da “proteggere” e mai di me».

Ricordiamo che al termine della prossima stagione scadrà il contratto con la Ineos-Grenadiers. «Il cambio d’atteggiamento mi ha sorpreso. È vero, al Tour 2021 sono andato molto male, ma era la prima volta che mi capitava di mancare un obiettivo. Il ciclismo sembra avere un’ossessione per gli atleti giovani, tutti vogliono trovare il prossimo Evenepoel. Ma lui e Pogacar sono unici, non puoi pensare che ne nascano così ogni anno».

Ma come sono le relazioni con la Ineos? «Io mi sono sentito nella posizione di dire la verità, non ho esagerato. Quando invecchi, acquisisci più sicurezza ed esprimi più facilmente le opinioni. Sanno bene come mi sento, ma vado d’accordo con loro. Il rapporto di lavoro è ottimo, ma c’è differenza con la sfera personale».