Vent’anni fa – il 13 ottobre 2002 – sublimava la sua carriera di velocista di lusso diventando campione del mondo a Zolder, oggi Mario Cipollini, 55 anni, è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Lucca a tre anni di reclusione per maltrattamenti, lesioni e minacce nei confronti della ex moglie Sabrina Landucci e, in parte, anche del suo attuale compagno, l’ex giocatore di calcio Silvio Giusti. Il Tribunale ha stabilito anche un risarcimento di 80mila euro all’ex moglie e di 5mila euro a Giusti.
Il 22 giugno la pm Letizia Cai, al termine della requisitoria, aveva chiesto per Cipollini due anni e sei mesi di reclusione. La parte civile aveva chiesto un risarcimento di 80 mila euro. La sentenza arriva dopo una lunga e dolorosa vicenda. A partire dall’evento che ha convinto la vittima a denunciare l’ex marito, nel gennaio del 2017: l’aggressione subìta mentre si trovava all’interno del luogo di lavoro, il centro sportivo Ego di Sant’Alessio. In quella circostanza Cipollini afferrò la consorte per il collo e la sbattè contro il muro. Sabrina Landucci fu soccorsa da alcune persone che si trovavano in palestra e poi si decise a denunciare l’ex marito. Sabrina Landucci agì in giudizio per chiedere ragione di «una serie di atti lesivi dell’integrità fisica e psichica con pugni, schiaffi, calci, con lesioni e minacce di morte».
Da quanto è emerso durante il procedimento, i comportamenti violenti di Cipollini erano cominciati molto prima, fin dai primi anni di matrimonio, celebrato nel 1993. E il pm in aula ha ripercorso le prime minacce, i primi atti di violenza.
Sabrina Landucci, sorella dell’ex portiere della Fiorentina Marco, ora vice di Massimiliano Allegri alla Juventus ha raccontato diverso episodi. «Un giorno andammo a fare un passeggiata in bicicletta. Tornata a casa mi cambiai perché avevo un appuntamento con l’estetista. Indossai una gonna che giudicò troppo corta, lui mi prese con forza e mi costrinse ad andare in camera da letto. Lì tirò fuori la pistola e me la puntò alla tempia», è uno dei tanti episodi riferiti dall’ex moglie di Cipollini. L’ex campione di ciclismo ha sempre smentito tutti i fatti, arrivando addirittura a negare un episodio avvenuto proprio all’interno del tribunale, durante un’udienza, quando strattonò con forza l’ex moglie in presenza dell’avvocato di lei e di decine di testimoni. Il quadro fatto dal pm in sede di requisitoria è stato quello di un uomo «estremamente violento, estremamente minaccioso ed estremamente prevaricatore». I suoi comportamenti violenti e minacciosi sono stato rivolti anche contro l’attuale compagno dell’ex moglie, Silvio Giusti. Ancora alla palestra Ego, Cipollini arrivò a definire Giusti un signor nessuno, urlando di fronte a numerose persone: «Tu non sei nessuno e non vali niente, io sono Cipollini. Se un giorno mi sveglio e voglio farti sparire non ti trova più nessuno, ho amici ovunque».
Fin dall’inizio, da quanto è emerso, la relazione fra Cipollini e la ex moglie era stata impostata in modo che la donna non possedesse niente, in modo di controllarla prima di tutto economicamente. Soltanto grazie all’aiuto della domestica, Sabrina Landucci riuscì infatti a portare via i vestiti e i suoi effetti personale quando nel 2013 decise per la seconda volta di trasferirsi dalla madre, arrivando a gettarli dalla finestra per poi spostarli di nascosto. La stessa domestica durante un litigio tra i due ex coniugi chiamò la mamma della signora Landucci, dicendole di sbrigarsi perché sua figlia rischiava di essere ammazzata. Da questa relazione violenta per fortuna si sono sempre salvate le due figlie, mai coinvolte nel processo, né nelle vicende mediatiche che lo hanno riguardato, grazie all’impegno degli avvocati e dei due protagonisti.
La sentenza era attesa per il 13 luglio ma quel giorno, a sorpresa, l’udienza al Tribunale di Lucca fu posticipata per un problema di salute accusato dal difensore di Cipollini, l’avvocato Giuseppe Napoleone. Oggi la condanna.