Il mondo del ciclismo saluta Domenico Bosatelli, morto a 88 anni. Era il patron della Gewiss, storica squadra di Argentin e altri campioni

Bosatelli
La Gewiss Ballan di Domenico Bosatelli
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Quelli come Domenico Bosatelli sono prima di tutto dei visionari: vedono le cose prima, ci aprono la strada perché possiamo seguirli. La sua si era intrecciata con la storia del ciclismo: la sua azienda, la Gewiss, è stata il nome di una squadra mitica del ciclismo. Bosatelli, scomparso nella notte a 88 anni nella sua Bergamo, era stato presidente della multinazionale che aveva fondato nel 1970 – e che produce materiali e apparecchiature elettriche – fino a due anni fa. Più di 1.600 dipendenti, presente in oltre 100 Paesi del mondo, la Gewiss è stata il più lungo dei suoi progetti, tutti vincenti. Nella sua autobiografia uscita nel 2019, «Oltre le stelle», Bosatelli aveva raccontato di aver percorso 5 milioni di chilometri in automobile, di aver fatto venti volte il giro del mondo e di aver sviluppato oltre mille brevetti industriali.

Alla fine degli anni Ottanta l’azienda di Bosatelli era entrata nel ciclismo sponsorizzando la Gewiss-Bianchi guidata da Parsani e De Lillo, che vinse tre Liegi, un Lombardia e 10 tappe al Giro con Argentin e Rosola. Più tardi, nel 1994, aveva fatto nascere la Gewiss Ballan, poi diventata Gewiss Playbus: squadre guidate da Bombini, Rosola, Miozzo e poi Bontempi. Tanti successi, a partire dal Giro d’Italia di Berzin (1994), ma anche 11 vittorie di tappa con Argentin, lo stesso Berzin, Ugrumov, Minali e Gotti. Sette vittorie di tappa anche al Tour. E sette alla Vuelta, tutte ottenute da Nicola Minali. Senza dimenticare le classiche: fra le Monumento ricordiamo due Sanremo (Giorgio Furlan e Gabriele Colombo), una Liegi (ancora Berzin) e un Lombardia (Bobrik).

Bosatelli, che era nato ad Alzano Lombardo il 3 dicembre 1933, lascia la moglie Giovanna e i figli Fabio, che dopo averlo affiancato per trent’anni ha preso il suo posto in azienda, Luca e Matteo. Cavaliere del Lavoro dal ’94, Bosatelli aveva ricevuto la laurea honoris causa in Ingegneria Meccanica dall’università di Bergamo nel 2003.