GIRO D’ITALIA / Le pagelle: Kamna e Pedro Lopez si prendono l’Etna. Bene Ciccone, male Dumoulin

Giro d'Italia
Juan Pedro Lopez a sinistra e Lennard Kamna a destra sono i grandi protagonisti dell'Etna, quarta tappa del Giro d'Italia 2022 (foto: LaPresse)
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Il vulcano connette il mare e la montagna, il ghiaccio e il fuoco. La prima tappa italiana del Giro vede qualcuno salire (Kämna, Juanpe Lopez, Carapaz) e qualcuno scendere (van der Poel, Dumoulin, Nibali, Martin e l’altro Lopez, Miguel Angel). Il Giro è ancora molto lungo, ma per qualcuno le illusioni sono già finite. 

Juan Pedro Lopez Perez 9 – Ha un nome lunghissimo il corridore della Trek-Segafredo che a 24 anni, 9 mesi e 9 giorni diventa il più giovane spagnolo a vestire la maglia rosa (che intanto compie 91 anni proprio sull’Etna), il primo da Contador 2015. La voce rotta dal pianto, l’andaluso sa esattamente che cosa ha fatto. «E’ la cosa più bella nella vita di un ciclista».

Lennard Kämna 9 – Il tedesco della Bora si prende la vittoria di tappa e il secondo posto in classifica generale, preludio a qualcosa di più. Forte a crono e in salita, Lenny sembra aver trovato quello che cercava. A giugno di 4 anni fa aveva annunciato che si sarebbe preso una pausa dalle corse. E’ andato in Sudafrica, ha passato più tempo con la famiglia e con gli amici, ha ritrovato il gusto. «Avevo vissuto in modo sbagliato, non riuscivo più a gestire lo stress. Ma il ciclismo mi è mancato». Sul vulcano fa la linguaccia poi non smette più di sorridere. 

Simon Yates 7,5 – Coinvolto nella caduta a Noto, a inizio tappa, si fa assistere dall’auto medica, sale al monte Lauro rimanendo sempre in fondo al gruppo, e sull’Etna si difende: brillantemente però. Arriva con Carapaz e tutti i big. In classifica è quarto, a 1’42. Solidissimo.

Richard Carapaz 7,5 – Probabilmente è il più forte, sicuramente è quello che ha la squadra più forte. Il risultato è quello che vuole lui.

Stefano Oldani 7 – Non è uno scalatore. Si è allenato a lungo alle pendici dell’Etna, e per un po’ ci crede. Forse parte troppo presto, ma finché Lopez non lo va a prendere ha il tempo di sognare. 

Valerio Conti 6,5 – Il piano dell’Astana era mandarlo in fuga, e lui esegue. Purtroppo non resiste abbastanza a lungo per risollevare la giornata storta del suo team.

Romain Bardet 7 – «E’ andata bene», sintetizza alla fine. Tradotto: gioca al risparmio e riesce a stare con i migliori. Dove merita di stare.

Giulio Ciccone 6,5 – Primo italiano al traguardo e primo in classifica generale. Purtroppo parliamo di un diciannovesimo posto. Però interpreta bene la tappa, senza strafare, senza saltare. E lo aspettiamo al Blockhaus.

Domenico Pozzovivo 6,5 – Il vecchio Pozzo fa il suo nel ristretto gruppo dei migliori, e tallona il giovane Ciccone in classifica. Può essere soddisfatto.

Vincenzo Nibali 5,5 – L’accelerazione di Pavel Sivakov gli fa male, a lui come a Guillaume Martin, il francese «siciliano» che si era preparato a lungo sull’Etna per questo Giro. Non ci eravamo illusi, sapevamo che l’inverno «sbagliato» si sarebbe fatto sentire, ma abbiamo sperato che l’aria di casa facesse il miracolo. 

Tom Dumoulin 4 – Fa male vederlo staccarsi a 9 km dalla vetta, sotto il peso degli attacchi di Ineos. A differenza del vincitore di tappa, lui patisce ancora la pausa che si è preso dal ciclismo. «Il corpo non reagisce più come voglio, non sono più quello di prima», dice, scorato, dopo aver preso più di 9 minuti.

Miguel Angel Lopez sv – Lascia dopo pochi chilometri, consolato da Stefano Zanini in ammiraglia. L’Astana comunica che dal primo giorno il colombiano soffre di un fastidio all’anca sinistra, che strada facendo è diventato insopportabile. Per un motivo o per l’altro, però, Lopez non c’è mai: non ha finito gli ultimi 4 grandi Giri, l’ultima volta che è arrivato in fondo era la Vuelta del 2019 (quinto).

Michael Morkov 8 – Con il «suo» uomo, nel bene e nel male. Sul Balaton il danese aveva pilotato Mark Cavendish nella sua volata vincente, nella tappa dell’Etna non lo ha mollato mai. Cav si è staccato molto presto, e lui era lì, fianco a fianco, fino alla fine. Terzultimo e penultimo, a quasi 36 minuti. Nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia.