GIRO D’ITALIA / Tosatto: «Dopo Tao e Bernal vogliamo vincere ancora. Il “no” a Viviani? Puntiamo tutto su Carapaz»

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Matteo Tosatto in una foto d'archivio al Giro d'Italia
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La Ineos-Grenadiers ha negli ultimi due anni dominato il Giro d’Italia. Le crono hanno visto trionfare Ganna, la maglia rosa è andata prima a Geoghegan Hart e poi a Bernal, senza dimenticare successi di tappa intermedi, tra cui quello di Narvaez nella Cesenatico di Pantani. Ecco allora che il team britannico, guidato sapientemente in ammiraglia da Matteo Tosatto, è pronta a confermarsi per quella che sarebbe una tripletta storica. La speranza per questo 2022 porta il nome di Richard Carapaz.

Tosatto, non vi nascondete dunque…

«Perché dovremmo? Sappiamo che sarà difficile, ma non possiamo nascondere il nostro obiettivo maglia rosa con Carapaz. I rivali sono agguerriti, ma Richard è pronto».

Ha corso molto poco però, non trovi?

«Fa tutto parte del programma di avvicinamento al Giro. Se non si fosse ammalato alla Tirreno-Adriatico adesso avrebbe già più di 25 giorni di corsa sulle gambe. Non pochi di certo. Ha preferito passare il mese di aprile in Ecuador, dove ha avuto la possibilità di allenarsi in quota».

Al suo fianco una squadra forte e compatta…

«Esatto. Abbiamo Sivakov e Porte per le salite più dure, ma anche Castroviejo, Narvaez, Puccio e Swift per tenerlo al sicuro nelle tappe più insidiose. Poi sono curioso di scoprire meglio il giovane Tulett, è davvero forte».

Spicca l’assenza di Viviani.

«Purtroppo Elia non ci sarà per scelta tecnica. Abbiamo deciso di puntare tutto sull’obiettivo maglia rosa, senza dedicarci agli sprint, le fughe e la maglia ciclamino. Ecco allora che al suo posto è entrato un corridore che può dare più supporto a Carapaz quando la strada comincerà a salire».

Quali sono le squadre che temete di più?

«La Jumbo-Visma è probabilmente quella più insidiosa. Hanno tre capitani, uno dei quali ha già vinto il Giro d’Italia. Possono giocare più carte e diventare pericolosi. Non sottovaluterei neppure la Bora-hansgrohe che con Hindley, Kelderman e Buchmann può far saltare il banco».