I racconti che Felice Gimondi faceva alla figlia Norma: «Mai fatto tanta fatica, ma volevo rivincerla»

Il trionfo di Felice Gimondi alla Roubaix del 1966 in una foto d'archivio
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Per Norma Gimondi il giorno della Roubaix non è un giorno come un altro. L’impresa del suo papà è una delle pagine più belle e prestigiose del ciclismo italiano e lei, attraverso i ricordi ed i racconti, la rivive ogni anno.

«Papà mi raccontava che quella Roubaix era stata preparata dall’inverno. Aveva vi to il Tour de France l’anno prima e Luciano Pezzi volle fargli fare un inverno molto attivo perché ci teneva a fargli fare una primavera “importante”. Mi diceva che era arrivata in ottime condizioni a quella Roubaix, ma la mattina il freddo pauroso gli aveva creato non poche preoccupazioni. Pensate che nell’occasione corse tutto il giorno con un paio di guanti di lana che gli aveva fatto la mamma, nonna Angela. Erano dei guanti con una lana pesante, quella che si usava in tempo di guerra…».-

Cosa raccontava della corsa?

«Mi diceva che arrivato in un punto nevralgico, allungò. Ma non aveva nessuna intenzione di andare in fuga da solo. Era ancora lontano il traguardo. Voleva fare selezione per capire quali erano i suoi avversari più pericolosi. Ma quando si accorse di essere rimasto solo non gli andava di fermarsi. Mai avrebbe immaginato di fare tutti quei chilometri in fuga solitaria».

Il suo ricordo della giornata?

«La fatica. Diceva sempre che la fatica fatta quel giorno non l’aveva mai fatta nella sua vita. Nemmeno sulle strade del Tour. Il freddo. Il fango. Una cosa disumana. Ma aveva un rammarico…»

Quale?

«Non essere riuscito a rivincerla. Considerava la Roubaix la corsa più bella e più esaltante per un ciclista. Su quelle pietre si esaltava non solo la forza del corridore, ma l’abilità nella guida, la capacità di decidere in un attimo la traiettoria migliore da seguire, la strategia di corsa da adottare in base allo sviluppo della corsa, la capacità dell’atleta di gestirsi da solo perché la squadra serviva fino ad un certo punto».

E Norma Gimondi ha condiviso questo pensiero.

«Per me la Roubaix è la gara delle gare. Chi vince è il gladiatore che sa lanciare il cuore oltre l’ostacolo».

Ed il weekend è iniziato bene…

«Ha fatto una cosa eccezionale l’Elisa. Abbiamo delle ragazze bravissime, capaci di imprese incredibili. Ho sofferto con lei pedalata dopo pedalata, mi sembrava che il traguardo non arrivasse mai. E’ stata incredibile. Abbiamo delle ragazze che stanno dimostrando come questo sport possa regalare grandi emozioni anche al femminile e questo può essere il migliore messaggio per avvicinare tante ragazze a questo sport».