AMARCORD/83 Pantani-Bartoli, duello annunciato verso la Sanremo 2001. Poi arrivò un turbine tedesco

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«Sulla Cipressa troverai un bel Pantani». Inverno 2001: nel bel mezzo di un pranzo toscano, la confidenza di Alfredo Martini aveva fatto sobbalzare Michele Bartoli, per almeno tre motivi: inseguiva la Sanremo da una vita, premeditava un attacco proprio sulla Cipressa e coltivava con il Pirata una vecchia (e reciproca) rivalità.

Quella dell’ex ct era probabilmente più una speranza che una previsione tecnica. Aveva incontrato Pantani qualche giorno prima e lo aveva trovato convinto di poter correre una Classicissima da protagonista. Dopo i bagliori della stagione precedente (due trionfi in montagna al Tour), sarebbe stato un ulteriore passo verso il “vero” Pantani, perduto quasi due anni prima nelle nebbie di Madonna di Campiglio.

Nella sfera degli auspici si inserì anche la copertina del numero di marzo di Bicisport, impostata fotograficamente su uno splendido testa a testa tra i due. Un duello che avrebbe sottratto la Sanremo alla rigida egemonia dei velocisti, soprattutto del tedesco Zabel, vincitore di tre delle precedenti quattro edizioni.

La scelta di “Martino” per Pantani: tutta la squadra per il Pirata, come negli anni d’oro

Nello stesso numero, una intervista quasi accorata di Giuseppe Martinelli, che dall’ammiraglia della Mercatone Uno aveva vissuto per intero l’epopea di Pantani e credeva con tutto se stesso nella rinascita del campione. A tal punto da costruire per l’ennesima volta la squadra su di lui, rinunciando a Garzelli (vincitore del Giro d’Italia l’anno prima).

«Se un giorno – diceva “Martino” – riceverò uno sguardo o un occhiolino, anche senza tante parole, sarà il segnale che le cose hanno ricominciato a girare e da quel momento in poi vi garantisco che torneremo a divertirci».

Il 24 marzo 2001 arrivò la Sanremo: Pantani, contrariamente a quanto annunciato ad Alfredo Martini, si presentò con pochi chilometri sulle gambe e non poté che recitare da comparsa, come avrebbe fatto per tutta la stagione. Bartoli non attaccò sulla Cipressa, anche perché a partire fu il suo ex luogotenente Bettini, con il quale i rapporti non erano più ottimali.

In ogni caso, nessuno poté evitare l’ennesimo volatone e neanche il quarto trionfo di Zabel, capace di resistere negli ultimi metri a un prepotente ritorno di Cipollini. Il quale, si sarebbe ampiamente consolato dodici mesi dopo.