Riaperto il “caso Pantani”, nuove testimonianze in mano alla Procura di Rimini

Pantani
Marco Pantani in una foto d'archivio al Giro d'Italia
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È stato riaperto, ancora una volta, il “caso Marco Pantani” secondo la formula del fascicolo contro ignoti per il reato di omicidio che ha portato alla morte del Pirata il 14 febbraio del 2004. La riapertura è dovuta alla relazione della Commissione Parlamentare Antimafia che lo scorso anno ha sentito tra gli altri il pusher Fabio Miradossa. L’audizione di Miradossa, ora dissecretata e nelle mani della Procura di Rimini, ha come obiettivo la chiusura definitiva di un caso che va avanti ormai da 17 anni.

Fiorenzo Alessi, nuovo avvocato della famiglia Pantani, ha spiegato così i fatti al Corriere della Sera. «Non abbiamo nessuna verità precostituita o tesi da dimostrare, ma la famiglia vuole finalmente mettere la parola fine alla vicenda e sapere se Marco è morto di overdose o è stato ucciso. La Procura ha già sentito a lungo mamma Tonina e sta lavorando con grande serietà grazie al coordinamento della procuratrice generale Elisabetta Melotti. Tonina e il marito – dopo anni di battaglie – hanno bisogno di mettersi il cuore in pace e l’unico modo di farlo è rileggere tutte le carte, dissecretare le testimonianze chiave e chiudere una vicenda che si trascina da 17 anni: qualunque verità emerga, la accetteremo».