Connubio mente e corpo il segreto per vincere: intervista a Lorenzo Quartucci

Lorenzo Quartucci durante un allenamento
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Allenamento quotidiano svolto, poi giù dalla bici, qualche esercizio e testa rivolta al finale di stagione. Lorenzo Quartucci, promettente Dilettante del ciclismo nostrano ventiduenne dall’ottimo spunto veloce ma dotato anche di una solida resistenza in grado di renderlo competitivo su strappi e salite brevi, guarda con fiducia al finale di stagione di questo 2021. Un 2021 che ha visto l’umbro, residente a San Giustino, protagonista e in cui ha cambiato squadra a Giugno, passando dalla Zalf alla D’amico UM Tools in cerca di nuovi stimoli e obiettivi da raggiungere.

Lorenzo sei reduce dal Giro di Romania. Come è andata?

«Bene, sono molto contento. Sono state cinque tappe intense e combattute, dove abbiamo corso in totale 900 km. Un carico di lavoro importante che mi aiuterà per il futuro. Inoltre, ho concluso al secondo posto nella classifica dei giovani arrivando a fine corsa con buone sensazioni».

A giugno hai deciso di trasferirti alla D’Amico UM Tools: come mai questa decisione?

«Ho preferito cambiare per motivi personali, tentare un cammino nuovo e andare alla ricerca di nuovi stimoli. Ci tengo a ringraziare la Zalf in cui ho militato per un anno e mezzo e che mi ha dato la possibilità di maturare notevolmente. Con il passaggio alla D’Amico mi sono riavvicinato a Francesco Ghiaré, persona a cui sono molto legato nonché mio direttore sportivo al secondo anno tra gli Under 23 tra le fila del Team Cinelli. Sono certo che faremo buone cose, grazie anche al contributo prezioso di Paolo Alberati».

Questo 2021 non ti ha visto ancora vincente, però sei sempre arrivato nelle posizioni davanti. Sei soddisfatto?

«Sì, seppur sino ad ora non abbia ancora ottenuto un successo credo che questa stagione mi abbia fatto compiere un processo di crescita importante che sarà fondamentale per il futuro. Sono arrivato terzo al GP Liberazione, terzo a Castelfiorentino, inoltre ho esordito in Nazionale gareggiando il 29 e il 30 maggio all’Orlean Gran Prix e il 3 giugno alla Course de la Paix che fanno parte della Coppa delle Nazioni Under 23: due emozioni molto forti e un bagaglio d’esperienza considerevole».

Che corridore ti definisci?

«Un corridore completo e da classiche. Nasco, in teoria, come velocista però con il tempo ho acquisito maggiore resistenza. Mi piacciono molto gli strappi e le salite brevi, mi trovo molto bene nelle volate con un gruppo ristretto».

Quali le corse in cui ti vedi meglio?

«Mi piacciono molto le classiche del Belgio, in particolare il Fiandre e la Roubaix. Sicuramente, partecipare sarebbe una bella esperienza in futuro, per poi valutare il da farsi».

Quali sono gli allenamenti in cui ti trovi meglio?

«Quelli in cui riesco a simulare meglio la gara: preferisco gli allenamenti di soglia e i dietro moto. Per me sono molto stimolanti, soprattutto a livello mentale».

Soffri la tensione prima della gara?

«Sento la tensione il tanto giusto, cercando di tramutarla in carica positiva. Il connubio mente-corpo è fondamentale. Se non si è supportati da una grande concentrazione e da una tenacia psicologica solida è molto difficile ottenere i risultati sperati».

Quali sono i tuoi punti di riferimento in gruppo?

«Peter Sagan su tutti. Un fuoriclasse unico, capace di stupire sempre e di tirare fuori dal cilindro sorprese magiche. Poi Vincenzo Nibali, un esempio dentro e fuori il mondo del ciclismo e, infine, Diego Ulissi di cui mi regalarono un poster quando ero bambino. Sono molto legato a quel ricordo e ha rappresentato per me un grosso stimolo soprattutto nei miei esordi».

Dove ti troveremo a fine stagione?

«Ho un bel po’ di gare da disputare: il Giro di Toscana, la Coppa Sabatini, il Memorial Marco Pantani, il Trofeo Matteotti. Spero di correre con decisione e ritagliarmi il mio spazio: ho disputato, ad oggi, quattro stagioni tra i Dilettanti e nel 2022 l’obiettivo è quello di raggiungere risultati importanti per poter passare tra i Professionisti e cominciare una nuova avventura».