Il pass per le Olimpiadi Soraya Paladin lo ha conquistato molto presto, dopo un’ottima primavera in cui ha colto piazzamenti importanti a cominciare dall’Amstel Gold Race dove si è piazzata quinta alle spalle del terzetto olandese: Vos, Vollering e Van Vleuten (tutte e tre saranno a Tokyo insieme alla Van der Breggen) e di Amanda Spratt. La trevigiana, 28 anni, ha dimostrato di essere una delle poche in grado di tenere il passo delle olandesi nelle gare impegnative e dopo la convocazione scontata di Elisa Longo Borghini, anche la sua non è mai stata messa in discussione dal Ct Dino Salvoldi.
«Dopo la Course (la gara WorldTour organizzata da Aso nel primo giorno del Tour, vinta tanto per cambiare dalla Vollering, terza Vos e quarta Van der Breggen, con Soraya settima, ndr) Dino mi ha dato la conferma della convocazione e così sono partita per il Giro con serenità».
In realtà il tuo nome sul suo taccuino c’è sempre stato. Come hai impostato la stagione in vista dei Giochi?
«L’ho vissuta serenamente con un unico obiettivo: non avere rimpianti. Ho dato il massimo per dimostrare che potevo fare parte del gruppo azzurro».
Al Giro sei stata abbastanza defilata, hai lavorato in vista dei Giochi?
«Sì, dovevo rifinire la condizione per arrivare in forma a Tokyo, cercare il colpo di pedale e uscire al meglio senza esagerare».
Tra l’altro ci sono state pochissime fughe…
«Esatto, il gruppo ha controllato molto e le possibilità di attaccare sono state poche. Però ho lavorato bene: fare una corsa a tappe di dieci giorni ti dà un ritmo di gara che il semplice allenamento non ti può dare. E’ anche molto stressante, ma ho cercato di stare tranquilla e di recuperare».

Hai già parlato con Salvoldi del percorso? Che idea ti sei fatta?
«Dino dice che è un tracciato impegnativo che lascia aperta la gara: non c’è la salita lunga e dura che taglia fuori mezzo gruppo. A noi va bene, perché Elisa Longo Borghini ha dimostrato di essere in gran forma, ma se arriva un gruppo ristretto abbiamo Marta Bastianelli che è una sicurezza. Poi vedremo che gara verrà fuori. Dicono che anche il caldo può fare la differenza, c’è molta umidità: arriviamo preparate, al Giro abbiamo sofferto moltissimo per il caldo…».
E tu che ruolo immagini per te?
«Cercherò di essere fondamentale per la nazionale e di dare tutto. Ma la farò pensando anche a divertirmi, questa nazionale è un gruppo molto unito e abbiamo voglia non solo di divertirci noi ma di fare una gara molto bella e di far emozionare i tifosi che ci guarderanno».
Il leit motiv della gara è sempre quello: battere le olandesi…
«L’Olanda è la squadra più forte e hanno atlete con tanta esperienza, ma quello che abbiamo in più noi come Italia è l’unità: è questa la nostra forza. E sono sicura che anche le olandesi ci temono come noi temiano loro…».