GIRO D’ITALIA / Le salite di oggi: arriva lo Zoncolan, il “Kaiser” temuto dal gruppo

Gilberto Simoni in maglia rosa, doma e domina lo Zoncolan al Giro d'Italia 2003, in una foto d'archivio
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FORCELLA MONTE REST

Unica asperità della tappa di oggi prima della scalata finale dello Zoncolan, la Forcella di Monte Rest, troppo facile, non ha mai lasciato il segno al Giro d’Italia,. La corsa rosa l’ha già affrontata cinque volte. Nel 1970 fu inserita nel percorso della tappa Jesolo-Arta Terme conclusasi tra le polemiche. Al GPM transitò in testa il belga Vandenbossche davanti al suo capitano Merckx e a Dancelli. La frazione venne vinta con uno scatto nel finale da Franco Bitossi, pesantemente accusato dai battuti (2° Vandenbossche, 3° Marcello Bergamo, 4° Godefroot) di aver preso slancio da una moto della RAI.  

Nel 1974 il Monte Rest fu la prima asperità del tappone che si concludeva alle Tre Cime di Lavaredo. Spagnoli sugli scudi, con Santiago Lazcano che passa in testa sulla Forcella e Juan Manuel Fuente che vince da dominatore la frazione, staccando di oltre un minuto Baronchelli, Tino Conti e la maglia rosa Merckx.

Anche nel 1987 la Forcella di Monte Rest fu scalata in una giornata che viene ricordata per la feroce rivalità, in casa Carrera, tra Stephen Roche e Roberto Visentini. Al GPM, quando le acque erano ancora tranquille, transitò in testa il francese Bagot. Il finale della tappa che arrivava a Cima Sappada si trasformò in un calvario per Visentini, che in preda a una crisi di fame perse quasi sei minuti dal suo compagno Roche (il successo andò all’olandese Van der Velde) e dovette cedergli la maglia rosa.  

Sul Monte Rest il Giro è transitato anche nel 1979 (in testa Ceruti) e nel 2020 (primo Visconti).

MONTE ZONCOLAN

L’altimetria del Monte Zoncolan.

Il Giro d’Italia scala oggi per la settima volta il Monte Zoncolan, che non è mai stato un solo semplice passaggio, ma sempre arrivo di tappa. Il versante di Sutrio, quello meno ripido, la corsa rosa l’ha affrontato soltanto nel 2003, al battesimo del Kaiser della Carnia. Nelle altre cinque occasioni ha sempre scelto il lato di Ovaro, quello dalle pendenze assassine. Ad imporsi fu Gilberto Simoni, già in maglia rosa. Staccò Garzelli (a 34”) e Casagrande (a 39”), mentrePantani, alla sua ultima partecipazione al Giro, fu quinto a 43”. 

Anche la prima assoluta dello Zoncolan da Ovaro vide il trentino grande protagonista. Era il 2007Simoni era alle soglie dei 36 anni. Nel finale si trovò in testa assieme al giovanissimo Andy Schleck e al compagno a di squadra Piepoli, mentre la maglia rosa Di Luca, più distanziato, controllava la situazione. Sulle ultimissime rampe il duo della Saunier-Duval fiaccò la resistenza del lussemburghese. Simoni vinse la tappa affiancato a Piepoli, braccia al cielo per entrambi.  

Nel 2010 capolavoro di Ivan Basso, ultimo italiano ad imporsi sullo Zoncolan. E’ un duello all’ultimo sangue tra il varesino e l’australiano Evans, campione del mondo. A 3 chilometri e mezzo dal traguardo Basso sferra l’attacco decisivo. E’ incontenibile, fa subito il vuoto, Alla fine Evans gli cede 1’19”, mentre il compianto Scarponi è terzo a 1’30”. Lo spagnolo Arroyo conserva la maglia rosa ma perde ben 3’50”. Cinque giorni dopo, nella tappa del Mortirolo, cederà definitivamente a Basso le insegne del primato. 

Nel Giro del 2011, vinto da Scarponi per la squalifica di Contador, il tappone con il traguardo posto sullo Zoncolan sarebbe dovuto andare alla scoperta dell’inedito Monte Crostis, ma su decisione della giuria questa nuova salita venne stralciata dal percorso per la pericolosità della discesa. Raggiunti e superati nella parte iniziale dello Zoncolan i tre fuggitivi in avanscoperta da tempo (Brambilla, Tankink e Rabottini), vanno all’attacco Joaquim Rodríguez, Antón, Contador Scarponi. E’ proprio il basco Igor Antón il primo straniero a spianare lo Zoncolan. Precede Contador (a 33”), Nibali (a 40”) e Scarponi (a 1’11”). 

Vittoria a sorpresa di un cronoman nel 2014. I big non si danno battaglia e l’australiano Michael Rogers s’impone per distacco. Inizia la salita con un gruppo di 18 attaccanti che hanno un vantaggio di 7 minuti sul gruppone. Al traguardo precederà Pellizotti di 38” e Bongiorno di 49”. Aru, Urán, Rolland, Majka e Pozzovivo non attaccano, Quintana non ha difficoltà a difendere la sua maglia rosa

Spettacolare successo di Chris Froome nel 2018. L’inglese sembra tagliato fuori dalla lotta per la maglia rosa. Ma la sua rimonta inizia proprio sullo Zoncolan. Sfida il connazionale Simon Yates, leader della classifica, con una serie di “frullate”. La prima a 4 chilometri dalla cima. Gli resistono Pozzovivo,  López e proprio Yates. Altro strappone e Froome resta solo. La maglia rosa dà l’impressione di poter rinvenire, ma il distacco resta inalterato sino al traguardo dove Froome conquista la sua prima vittoria di tappa al Giro. Yates, a 6”, precede Pozzovivo (a 23”) e  López (a 25”). Dumoulin arriva dopo 37”, Aru in crisi a 2’33”. Froome risale al 5° posto della classifica, ma ha ancora da recuperare 3’10” da Yates.  Sei giorni dopo, nel tappone del Colle delle Finestre e di Bardonecchia, sbaraglierà il campo e farà suo quel Giro.