Moser: «Il percorso del Giro? Poca cronometro. Bisogna aiutare Ganna copiando i francesi»

Moser
Francesco Moser, 70 anni, in una foto d'archivio.
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«Poca cronometro». Esordisce così Francesco Moser alla nostra domanda sul percorso del Giro d’Italia 2021, e non poteva essere altrimenti. Al trentino, che ha basato sulle prove contro il tempo alcune delle più belle vittorie della sua carriera, un tracciato con soli 38 chilometri di crono non poteva certo piacere.

«Negli ultimi anni c’è questa tendenza di togliere sempre di più le cronometro perché ritenute noiose a livello di spettacolo. Io non sono d’accordo. Certo, una bella sfida in salita ha più fascino, ma pensiamo al duello tra Hindley e Geoghegan Hart lo scorso anno a Milano. Ha tenuti incollati alla televisione milioni appassionati. E poi noi abbiamo Ganna»

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Filippo Ganna vola verso la quarta vittoria al Giro d’Italia 2020 a Milano. (foto: LaPresse)

Già, Filippo Ganna, campione del mondo delle prove contro il tempo ad Imola. Il piemontese è considerato da molti, tra cui lo stesso Moser, un interessante candidato alla vittoria della maglia rosa o gialla nelle prossime stagioni. Dunque ci si chiede perché RCS invece di strizzare l’occhio ai corridori stranieri non faccia qualcosina in più per i nostri talenti…

«Ogni anno in Francia cercano di disegnare il percorso per i vari Pinot, Bardet o Alaphilippe. Quest’anno per esempio il transalpino più forte è Demare. Indovinate cos’hanno fatto? Dieci tappe con arrivo allo sprint. E’ giusto, anche noi dobbiamo fare così. Ganna è il nostro uomo del futuro, bisogna favorirlo!»

E sugli altri azzurri, Ciccone e Nibali, che ne pensa un campione come Francesco Moser? La coppia azzurra sarà in grado di fronteggiare avversari del calibro di Egan Bernal, Simon Yates e (forse) Remco Evenepoel?

«Assolutamente sì. Sia chiaro, non dico che vincerà uno di loro due. Ciccone è alla sua prima esperienza da capitano e Nibali ha un’età parecchio avanzata. La loro forza, a mio avviso, sarà il gioco di squadra. Insieme possono davvero sconvolgere il Giro d’Italia. Sono due corridori a cui piace andare all’attacco, dunque potranno mettere in difficoltà chiunque».

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Francesco Moser in maglia rosa, in una foto d’archivio al Giro d’Italia 1984.

Moser, come Damiano Cunego alcuni giorni fa, mette poi l’accento sulla tappa numero diciassette con arrivo in cima a Sega di Ala. Negli ultimi 55 chilometri si affronteranno due difficili ascese: Passo San Valentino e, appunto, Sega di Ala.

«Attenti, perché conosco bene queste zone e queste salite. La tappa 17 può creare più scompiglio del tappone con arrivo a Cortina d’Ampezzo con Pordoi, Giau e Fedaia…»