Ha fatto il massimo, ma il massimo non è bastato. Delusione cocente dipinta sul volto di Richard Carapaz. La prima Vuelta della storia a Novembre, segna i corridori oltremodo sia per la fatica, sia per il clima rigido. E l’ecuadoregno della Ineos Grenadier, la “Locomotora del Carchi” come amano chiamarlo i suoi sfegatati tifosi, ha lottato con ogni forza residua per arrivare trionfante a Madrid. Ma la sua ex squadra, la Movistar con cui le strade si sono separate il 31 dicembre 2019, gli ha scombinato i piani.
Carapaz glissa sul team spagnolo: «Non ho commenti sulla Movistar. Ogni squadra cerca il proprio interesse e decide come fare la propria corsa». Nel frattempo anche su Marca, il principale quotidiano sportivo spagnolo, si alimenta il dibattito sulla tattica della Movistar, che inonda anche i social italiani.
Carapaz rende onore al vincitore, Primož Roglič: «Il mio avversario è stato molto bravo e tutto sommato sono molto contento di come è andata la corsa. In questa Vuelta siamo stati sempre in lotta e sono molto soddisfatto perché ho ottenuto un ottimo podio». L’attacco a 3 km dall’arrivo gli ha permesso di recuperare la metà dei secondi di distacco dallo sloveno della Jumbo Visma. 24 rintocchi di lancette, decisivi per la vittoria finale: «Sono molto contento per il grande impegno ma anche per come abbiamo mantenuto l’equilibrio, ho la consapevolezza di poter dire che ho lottato finchè ho potuto, difendendo i colori della mia squadra».