Roglič su un altro pianeta: suo l’arrivo in salita al Giro del Delfinato

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Roglic, favorito per la vittoria al Tour con Bernal
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La seconda tappa del Giro del Delfinato, la Vienne – Col de Porte di 135 km, è stata vinta da Primož Roglič che con un azione devastante negli ultimi 500 metri, lascia per strada i suoi avversari e va a conquistare la sua quinta vittoria stagionale, oltre alla maglia di leader della corsa. Il corridore sloveno sfrutta al meglio il gran lavoro stavolta effettuato dal Team Ineos al quale però è mancato Egan Bernal – solo decimo all’arrivo – in fase di finalizzazione.

La squadra olandese si conferma assolutamente imbattibile in questo momento, su ogni traguardo: in salita con lo sloveno, nelle grandi classiche o negli arrivi come quello di ieri con van Aert e persino nelle semi classiche come successo sempre ventiquattro ore fa con Bennett al Gran Piemonte. La domanda è: chi li ferma più?

Da segnalare le buone risposte in ottica Tour de France di Pinot (Groupama-FDJ), Quintana (Arkéa-Samsic) Buchmann (Bora-Hansgrohe) e López (Astana). Deludono invece Pogačar (UAE Team Emirates) e Dumoulin (Team Jumbo-Visma), mentre finisce ancora più indietro Froome (Team Ineos)

Otto in fuga, c’è ancora Schär

Tra caldo e un leggero vento si parte da Vienne a ridosso delle ore 13 con Wout van Aert in maglia gialla. Alla partenza si presentano tutti eccetto il giovane Vansevenant rimasto in albergo dopo aver passato la notte a vomitare, come fanno sapere con un tweet dalla sua squadra, la Deceuninck-Quick Step. Appena partiti, va via immediatamente la fuga composta da otto uomini.

Sono Bruno Armirail (Groupama-FDJ), Kasper Asgreen (Deceuninck-Quick Step), Jasha Sütterlin (Team Sunweb), Ben O’Connor (NTT Pro Cycling), Jérôme Cousin e Geoffrey Soupe (Total Direct Énergie),  Michael Schär in maglia a pois e già protagonista della fuga di ieri (CCC Team) e Fabien Doubey (Circus-Wanty Gobert).

Al primo GPM, il terza categoria di Côte de Viriville passa per primo Doubey, anche lui, come tanti protagonisti di questi ultimi anni, specialista del ciclocross. Al secondo GPM di giornata, invece, situato a poco meno di settanta chilometri dall’arrivo, l’unico punto disponibile lo conquista Schär, che cerca così di mettere via più punti possibili sapendo che all’arrivo saranno i big a spartirsi il malloppo.

Gli otto davanti lavorano di comune accordo, ma come da copione il gruppo dietro non ha la minima intenzione di farsi sfuggire il successo di tappa, e al lavoro scontato dei gialloneri olandesi si affianca anche quello della Bahrain-McLaren. La squadra di Mikel Landa, uno dei papabili al successo odierno, crede fermamente nelle possibilità dell’enigmatico corridore basco.

Côte Maillet: restano in due, van Aert al servizio della squadra

Il vantaggio dei fuggitivi non salirà mai oltre i tre minuti e si viaggia fortissimo in gruppo per affrontare nelle prime posizioni la Côte Maillet, con Wout van Aert, che, come promesso ieri, nel frattempo si mette in testa al gruppo principale per aiutare i suoi compagni di squadra.

La fuga si frantuma e davanti restano solo Schär (con i punti conquistati nella frazione odierna vestirà la maglia a pois anche domani) e Armirail che passano in quest’ordine sul penultimo GPM di giornata, mentre dietro è sempre van Aert in testa al gruppo a scandire il ritmo fino in cima.

A 23 km dall’arrivo brutta caduta che coinvolge tra gli altri Sergio Higuita (EF Pro Cycling) il quale malconcio si rimette in sella dopo aver colpito in pieno la protezione messa su uno spartitraffico. Hanno la peggio però un corridore della Israel Start-Up Nation e uno della Astana che restano a terra per qualche minuto in attesa di soccorso.

Col de Porte: si rivede la processione del Team Ineos, ma è ancora Roglič a vincere

La sorte dei due avanti è segnata, ormai: Schär e Armirail iniziano la salita, a 17 km dall’arrivo, con una quarantina di secondi di vantaggio sul gruppo e lo svizzero in maglia a pois si sfila e viene ripreso sulle prime rampe della salita. Un’ascesa inizialmente caratterizzata da un paio di strappi duri e un tratto in discesa prima della seconda parte molto impegnativa e costantemente intorno al 10%. E proprio nel primo tratto si stacca van Aert dopo il grande lavoro svolto negli ultimi 30 km. Successivamente si stacca Bob Jungels: il corridore della Deceuninck sembra ancora un lontano parente di quello capace di fare classifica al Giro e al Tour qualche stagione fa.

Continua la selezione da dietro grazie all’andatura della Team Ineos: a 10 km dall’arrivo si staccano Van Garderen (EF Pro Cycling), secondo lo scorso anno in classifica generale al Delfinato, Lutsenko (Astana) e Hagen (Lotto Soudal), mentre l’ultimo fuggitivo di giornata, Armirail, viene ripreso quando all’arrivo mancano 8 km.

La squadra britannica è tutta schierata davanti al gruppo, quasi come a voler far paura ai dominanti rivali della Jumbo-Visma e a dare una risposta sulle condizioni dei propri uomini. Van Baarle, prima, Castroviejo, poi, mettono in fila il gruppo dei migliori dal quale, a sette dall’arrivo, cedono pure Formolo (UAE Team Emirates) e De La Cruz (UAE Team Emirates). Non una bellissima notizia per il campione italiano soprattutto perché nel gruppo, nonostante l’elevata andatura, ci sono ancora una trentina di corridori.

Lunga, estenuante la salita che porta in cima al Col de Porte: a poco meno di 6 km dall’arrivo, sotto una leggera pioggia, salta anche Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step) mentre davanti il Team Ineos mette in testa Kwiatkowski a continuare con l’usuale andatura a cui ci hanno abituato in questi ultimi anni al Tour de France.

Sul forcing Ineos saltano Valverde, Barguil e Adam Yates

Sotto i colpi del polacco saltano altri uomini: Valverde (Movistar Team), Barguil (Arkéa Samsic), Rolland (B&B Hotels – Vital Concept), Haig e Adam Yates (Mitchelton – Scott) e poi persino Froome (Team Ineos): all’arrivo mancano solo 4 km e davanti non si è mosso nessuno.

A meno di tre chilometri dall’arrivo è il turno di Pavel Sivakov: a causa del suo ritmo cedono Urán (EF pro Cycling), Thomas (Team Ineos), Kruijswijk (Team Jumbo-Visma) e poi a 2,4 dall’arrivo si accende, finalmente, la corsa. È Emanuel Buchmann il coraggioso che rompe gli indugi, ma il tedesco della Bora-Hansgrohe rimbalza subito all’indietro ripreso da Kuss (Team Jumbo Visma).

L’americano si mette davanti a comandare un gruppo di una decina di corridori della quale non fanno più parte Dumoulin, Pogačar e Bardet, ma ci sono Lopez, Guillaume Martin, Quintana, Pinot, Landa, Bernal, Roglič, Martínez e Porte.

A 1,6 km dall’arrivo accelera Bernal: ancora Kuss che fa da stopper. Agli 800 rilancia Quintana, ma è un nulla di fatto prima di una prepotente azione di Roglič che da seduto lascia la compagnia con un’incredibile progressione da finisseur e va a vincere la tappa. Alle spalle del campione di Slovenia si piazzano nell’ordine Pinot, Buchmann e un sorprendente Guillaume Martin a 8″. Quintana, López, Martínez, Landa, Porte e Bernal, chiudono invece a 10”. Migliore degli italiani Pozzovivo, diciottesimo a 1’32”. Distacchi minimi tra i migliori, ma quanto bastano per lanciare Roglič in testa alla classifica con 12″ su Pinot e 14” su Buchmann. Domani altro round con una tappa impegnativa: arrivo in salita e il Col de la Madeleine da scalare nel finale.

L’ordine d’arrivo: Bernal, Landa e Quintana a 10″

1Primož RogličSloTeam Jumbo-Visma3h39’40”
2Thibaut PinotFraGroupama-FDJ8”
3Emanuel BuchmannGer Bora-Hansgrohe8”
4Guillaume MartinFraCofidis8”
5Nairo QuintanaColArkéa Samsic10”
6Miguel Ángel LópezColAstana10”
7Daniel MartínezColEF Pro Cycling10”
8Mikel LandaSpaBahrain-McLaren10”
9Richie PorteAusTrek-Segafredo10”
10Egan BernalColTeam Ineos10”