Sanremo, un’ossessione per due: Viviani e Damiani

Elia Viviani e Roberto Damiani si confrontano prima della ricognizione del finale della Milano-Sanremo.
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Chissà cosa succede a mettere insieme due ossessioni. Lo vedremo domani nella Milano-Sanremo più strana della storia. Le due ossessioni sono quella di Elia Viviani, che la Sanremo ha cominciato a sognarla da bambino e non ha più smesso. E quella di Roberto Damiani, ds lombardo della Cofidis, che di Sanremo ne ha seguite non sa più quante dall’ammiraglia: sono anni che si porta dietro una bottiglia di champagne. Francese, si capisce. «Ho promesso che quando la vinciamo mi butto in mare vestito sorseggiando un calice». Quest’anno Viviani e Damiani ci arrivano insieme alla corsa dei sogni, ma a un certo punto hanno dubitato di farcela.

«E’ la corsa del mio cuore»

Damiani era in quarantena al famoso quarto piano dell’albergo di Abu Dhabi quando è arrivata la notizia che la Milano-Sanremo non si sarebbe disputata causa pandemia. La prese tutto sommato bene. «La Sanremo è la mia corsa del cuore, e avrei dovuto farla con Viviani: da zero a dieci, mi dispiace cento. Dico solo che la settimana dopo i mondiali su pista ha fatto tre allenamenti dietro scooter di cui uno di sette ore, con la Cipressa e due volte il Poggio. Vorrà dire che la vinceremo a settembre, o ad ottobre». Si era sbagliato: siamo ad agosto, ed eccoci qui. Ieri Damiani è stato a provare il percorso, e ci racconta quello che ha visto.

«La parte centrale è pericolosissima»

I due fratelli Viviani, Attilio ed Elia, compagni di squadra alla Cofidis, nella ricognizione dello scorso 22 giugno.

«E’ quello che prevedevo. La parte centrale è complicata, pericolosissima. Dopo Alessandria non c’è un metro di pianura, le strade sono molto strette, prevedo grande tensione. Il Colle di Nava invece è un’autostrada: sia in salita, sia in discesa. Molto meno duro del Turchino. Dopo di che sei sul mare, e gli ultimi chilometri sono quelli che conosciamo tutti». Quale sarà il problema? «Soprattutto la tattica. Con un corridore in meno tenere in mano la corsa sarà difficile, abbiamo rinunciato a Mathis che doveva fare il lavoro da lontano. Ora vedremo chi dovrà prendersi la responsabilità della corsa, noi sicuramente no. Ma ho visto che nessuno si è lamentato di questa decisione di ridurre le squadre, soltanto Vasseur. Si vede che agli altri sta bene così».

«Viviani sta molto bene, ma non ditelo»

Cinque uomini attorno a Viviani, e l’obiettivo sarà quello si sbucare sulla costa, in fondo alla discesa del Colle di Nava, davanti. «Il primo obiettivo è passare indenni quella zona pericolosissima a centro corsa. Poi ne comincia un’altra. Ma non guardate noi». Impossibile non guardarli: hanno Viviani. «Elia sta bene, molto bene. Mi sarebbe piaciuto per lui che avesse vinto una tappa in Francia, perché vincere dà sempre fiducia, ma sono contento che non si sia fatto troppo vedere». L’importante sarà vedersi sul lungomare di Sanremo. «Mi porto anche il costume. Ma non serve: ho promesso che in mare ci vado vestito».