Rowe al veleno: «I corridori che tornano in gruppo dopo una squalifica per doping dovrebbero essere bullizzati»

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Luke Rowe è il diesse della Decathlon-Ag2r La Mondiale
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Luke Rowe, storico gregario della Sky/Ineos e oggi direttore sportivo della Decathlon AG2R La Mondiale, non ha usato mezzi termini per descrivere il trattamento che riservava durante la sua carriera ai corridori squalificati per doping e poi reintegrati nel gruppo.

In un’intervista al podcast Watts Occurring, l’ex professionista britannico ha rivelato la sua filosofia spietata e intransigente verso chi ha tradito lo sport. «Quando ero in gruppo, facevo di tutto per sorpassare i corridori che erano stati positivi ed erano tornati allo sport, per correre contro di loro», ha dichiarato Rowe, spiegando di agire con l’obiettivo esplicito di rendere loro la vita impossibile.

La sua posizione non ammette zone grigie: «Nella mia testa, non meritavano di tornare in gruppo. È l’unica categoria di corridori di cui pensavo ‘Non me ne frega niente. Mi hai imbrogliato. Hai imbrogliato lo sport‘».

Rowe ha poi elaborato una teoria su come la solidarietà tra corridori puliti potrebbe estromettere definitivamente i dopati dal mondo del ciclismo. «Immaginate se ogni corridore avesse la stessa mentalità. Se torni dopo essere stato beccato e tutti i 160 partenti ti trattano come ti meriti, non resisteresti a lungo. Potresti bullizzarli fuori dallo sport, facendoli tornare dove meritano di stare».