Tour de France, i favoriti per la maglia verde: Girmay, Philipsen, Milan e…Pogacar?

Maglia verde
Jasper Philipsen e Biniam Girmay al Tour de France 2024.
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La maglia verde del Tour de France è da sempre un riconoscimento molto ambito da velocisti e cacciatori di tappe, pronti a sfidarsi giorno dopo giorno all’arrivo e ai traguardi volanti. L’edizione 2025 della Grande Boucle non strizza particolarmente l’occhio alle ruote veloci: guardando il percorso, infatti, le frazioni che sembrano inevitabilmente destinate a concludersi allo sprint sono solo cinque (1,3,8,9,17), a cui forse si può aggiungere la 11 (che però ha un percorso piuttosto vallonato nel finale). Difficile, invece, immaginare quest’anno il classico sprint sui Campi Elisi, con l’inserimento dello strappo di Montmartre da affrontare tre volte, l’ultima a sei chilometri dall’arrivo.

Al via ci saranno le maglie verdi degli ultimi tre anni: Wout Van Aert (vincitore nel 2022), Jasper Philipsen (2023) e Biniam Girmay (2024). Sembra difficile immaginare che il corridore della Visma|Lease a Bike possa di nuovo lottare per la classifica a punti, considerate le inevitabili mansioni da gregario per Vingegaard, le non perfette condizioni in cui si presenta al via (ha saltato per problemi di salute il campionato nazionale), e una certa difficoltà degli anni recenti a vincere tappe al Tour (i suoi ultimi successi risalgono proprio al 2022). 

Girmay e Philipsen, invece, punteranno sicuramente al bis. L’eritreo arriva al Tour in sordina, senza aver mai vinto in questo 2025: l’ultima volta che ha alzato le braccia era l’11 luglio dell’anno scorso, proprio durante la Grande Boucle. In primavera non sono arrivati sussulti, ma forse questo avvicinamento a fari spenti potrebbe giovargli: difficilmente la sua sarà la ruota più cercata nelle prime volate. Anche Philipsen non sta disputando la sua migliore stagione: ha vinto solo due volte, mai nel World Tour, e nelle monumento non ha raccolto risultati di rilievo. Il suo rendimento alla Grande Boucle, però, è sempre stato ottimo, con nove vittorie negli ultimi tre anni; a disposizione del belga, inoltre, c’è un’arma preziosissima chiamata Mathieu Van der Poel.

Numeri alla mano, i velocisti migliori di questo 2025 sono Tim Merlier e Jonathan Milan: il belga in stagione ha già raccolto dieci vittorie (quattro nel World Tour), il friulano sei (cinque nel World Tour). Va detto che nessuno dei due ha grande esperienza al Tour: il belga ha corso solo nove tappe nel 2021 (e una l’ha vinta), il friulano è un debuttante assoluto.

Jonathan avrà a disposizione un treno completo e già rodato, di cui faranno parte Theuns, Stuyven, Consonni e all’occorrenza anche Skujins e Simmons: praticamente tutta la squadra tranne Nys e Skjelmose, decisamente più scalatori. Diverso il discorso per Tim, che potrà contare solo su Van Lerberghe e Eenkhoorn (più forse Schachmann), mentre il resto della formazione sarà dedicato alle ambizioni di classifica di Evenepoel. Il “toro di Buja”, dunque, parte avvantaggiato a livello di squadra, ma potrebbe pagare (soprattutto all’inizio) il fatto di non aver mai affrontato una volata al Tour.

Merlier e Milan saranno sicuramente i velocisti da battere; tra gli sprinter puri vanno segnalati anche Jordi Meeus (Red Bull-Bora-hansgrohe), vincitore sui Campi Elisi nel 2023, l’esperto Arnaud Demare (Arkéa-B&B Hotels), Dylan Groenewegen (Jayco AlUla), Phil Bauhaus (Bahrain-Victorious), Pascal Ackermann (Israel-Premier Tech), Søren Wærenskjold (Uno-X Mobility) e il nostro Alberto Dainese (Tudor). Arnaud De Lie (Lotto) ha dimostrato che, quando è al massimo della condizione, non ha problemi a giocarsi la vittoria anche nelle tappe vallonate; il suo stato di forma, tuttavia, è un grosso punto interrogativo, dopo i problemi di salute che lo hanno tormentato per tutta la stagione. 

Merita una menzione anche Bryan Coquard (Cofidis). L’esperto corridore francese non ha mai vinto una tappa in un grande giro (anzi, ha raccolto in carriera appena tre successi nel World Tour, due dei quali al Tour Down Under), ma negli ultimi due anni si è dedicato espressamente alla maglia verde, entrando nelle fughe e buttandosi in tutti i traguardi volanti. Il risultato sono stati due terzi posti consecutivi nella classifica a punti: nel 2023 alle spalle di Philipsen e Pedersen, nel 2024 dietro a Girmay e Philipsen. Per ambire a qualcosa di più, chiaramente, il 33enne dovrebbe vincere almeno una tappa: missione molto difficile, se consideriamo che il suo ultimo podio al Tour risale al 2020, e i due precedenti addirittura al 2016.

Infine c’è un altro corridore che, pur non essendo un velocista, potrebbe vincere molte tappe e (perché no?) rientrare addirittura nella lotta per la maglia verde: Tadej Pogacar. Lo sloveno può riuscire a portare a casa l’unica maglia che non ha mai vinto al Tour? Difficile, considerato il regolamento della classifica a punti, costruito appositamente per favorire chi si piazza nelle prime posizioni nelle tappe di volata. Difficile ma non impossibile, soprattutto per il Pogacar straripante che abbiamo visto nell’ultimo anno e mezzo.

Meno di un mese fa, al Giro del Delfinato, lo sloveno si è aggiudicato la maglia verde conquistando tre tappe su otto, precedendo in classifica un fuoriclasse come Van der Poel, che aveva raccolto punti in quasi tutti i traguardi volanti. È chiaro, lo sloveno avrà altre priorità: a meno che non emerga una superiorità netta come quella dell’anno scorso, sprecare troppe energie potrebbe rivelarsi molto rischioso. Però con un corridore come Pogacar non si sa mai: è ambizioso, vuole prendersi tutto, e la maglia verde non è ancora esposta nella sua bacheca dei trofei. Prima o poi un tentativo lo farà.