Tre settimane di Giro d’Italia silenziose, sempre lì nel gruppo dei migliori quando la strada iniziava a salire e nelle posizioni di vertice in classifica generale. Filippo Zana capitano “in corsa” della Jayco-AlUla dopo il ritiro di Eddie Dunbar era riuscito addirittura a salire in settima posizione dopo la cronometro di Desenzano del Garda, dove ha mostrato anche buone qualità contro il tempo. Bene a Livigno, qualche segnale di cedimento sul Monte Pana, poi il crollo sul Grappa.
Cos’è successo?
«Era già qualche giorno che sentivo le gambe non girare molto bene e un po’ temevo quello che poi è successo. Ho accusato la stanchezza di tre settimane corse ad alti livelli, senza mai risparmiarmi. Mi dispiace aver perso così la top-ten, ci credevo davvero e sentivo di avere le carte in regola per riuscire ad entrarci».
Quando hai capito di dover mollare?
«Già durante i primi chilometri della scalata al primo Grappa ho capito che sarebbe stata una giornata di sacrificio. Il ritmo iniziava ad essere alto e se non volevo naufragare, dovevo salire su del mio passo. Ho cercato di gestirmi e penso anche di esserci riuscito in qualche modo, ho difeso comunque un piazzamento discreto».
Undicesimo nella generale, sei soddisfatto?
«Con la top-ten (era nono prima del crollo ndr.) lo sarei stato ancora di più, ma va bene così. In questo Giro d’Italia ho imparato diverse cose: come si corre da capitano in una grande corsa a tappe, come gestire le difficoltà, come ottimizzare il recupero, come coordinare i compagni e molto altro. È tutta esperienza».
Ci riproverai?
«Se la squadra mi darà fiducia, perché no? Con una preparazione mirata per la classifica generale, entrare in top-ten non è certo impossibile. Dovremo capire cosa preferiamo: un piazzamento importante o una vittoria di tappa come lo scorso anno? Decideremo quando ci toccherà affrontare questo discorso».
Vincere una tappa in questo Giro era impossibile?
«Considerata la mia posizione di classifica sì. Come avete visto, ho provato in qualche situazione ad andare in fuga, ma gli uomini della generale non mi lasciavano spazio. Eravamo tutti molto vicini, la classifica stretta. Vincere una tappa e curare la generale è impossibile in determinate situazioni. Lo dimostra il fatto che ad eccezione di Pogacar, che è un extraterrestre, nessuno dei primi quindici ha vinto una tappa».
E adesso cosa farai?
«Per qualche giorno riposo assoluto. Tornerò a casa, mi godrò la famiglia che mi è stata lontano per un mese e poi inizieremo a programmare il resto della stagione».