Così Van der Poel ha capito che può puntare a due medaglie ai Giochi di Parigi

Van der Poel
Mathieu Van der Poel alla Parigi-Roubaix 2024 (foto: A.S.O./Ballet)
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Le impressionanti vittorie al Fiandre e alla Roubaix potrebbero aver mostrato a Mathieu van der Poel la soluzione per quello che era il suo dilemma di questo 2024, il rebus olimpico. Nella conferenza stampa dopo la sua vittoria a Parigi-Roubaix, è stato lo stesso campione del mondo su strada e nel ciclocross a dirlo chiaramente. Il livello che ha mostrato nel suo assolo di 60 chilometri verso la vittoria nell’Inferno del Nord si avvicinava molto alla sua prestazione dell’anno scorso su strada che gli ha dato il titolo mondiale a Glasgow. Prestazione che in quel momento lo stesso MVDP definì la migliore che avesse mai mostrato.

La sua performance alla Parigi-Roubaix è stata ancora più grande rispetto a quella del Fiandre. Sul pavé dell’Inferno del Nord la sua azione solitaria è partita addirittura dal settore 13, quello di Orchies, a 59,7 chilometri dal traguardo. Nel Fiandre Mathieu aveva aspettato fino al Koppenberg, a 45 chilometri dal traguardo.

Con un ruolo da protagonista alla Milano-Sanremo al servizio del vincitore Jasper Philipsen, la vittoria nell’E3 Saxo Bank Classic, il secondo posto nella Gand-Wevelgem, la vittoria nel Fiandre e il bis alla Parigi-Roubaix, van der Poel ha avuto una primavera fiamminga senza precedenti. È evidente come sappia gestirsi perfettamente, selezionando con cura gli obiettivi e arrivandoci nella migliore forma possibile. L’anno scorso a Glasgow ha avuto bisogno del Tour de France per eccellere due settimane dopo. Questo periodo alle Classiche lo ha affrontato con nelle gambe un lungo stage di allenamento nel paradiso della bici intorno a Calpe, in Spagna, che è diventata ormai la sua seconda casa.

Adrie, il padre di Mathieu, è convinto che il trasferimento parziale in Costa Brava sia stato un passo estremamente importante nello sviluppo di suo figlio. Lì ha trovato la tranquillità, le condizioni climatiche ideali e percorsi di allenamento variati. Inoltre, negli ultimi anni ha dovuto affrontare infortuni (in particolare alla schiena) e guai, rendendosi conto che gli anni per conquistare i suoi traguardi non sono infiniti. La vicenda di Wollongong 2022, con la lite con due adolescenti nel corridoio del suo hotel in Australia, ha reso quella voglia di vincere ancora più grande. “Dal momento di quell’incidente in Australia ho puntato gli occhi sul Campionato del Mondo a Glasgow”.

L’insegnamento del 2023 è che bisogna fare soprattutto delle scelte. Nella scorsa stagione ha avuto solo 43 giorni di gara. “Anche per me è arrivata la consapevolezza che sei soprattutto giudicato dai risultati nelle grandi gare”, disse alla fine dell’anno scorso. “È logico che dopo i successi del 2023 voglia continuare su quella strada”.

Lo ha fatto in questa primavera. Dopo un inverno di ciclocross intenso ma equilibrato, in cui ha vinto tutte le gare tranne quella di Benidorm ma soprattutto si è preso quello che davvero voleva, il mondiale, Mathieu si è concesso alcuni giorni di riposo. È andato in settimana bianca con Roxanne e alcuni amici, sulle nevi dell’Austria. E poi è tornato in Spagna per un lungo stage di allenamento in vista delle Classiche fiamminghe. Niente Strade Bianche, niente Tirreno-Adriatico. MVDP ha scelto di non mettere chilometri di gara nelle gambe, ma di faticare intorno al Coll des Rates. Chi lo ha visto in quei giorni, ha parlato di allenamenti impressionanti per intensità.

Un punto di svolta importante per Mathieu van der Poel: ora, dopo questa primavera di successi, sa che può raggiungere il suo massimo livello anche con l’allenamento. Se l’anno scorso a Glasgow ha avuto bisogno del Tour de France per raggiungere quella forma, questa volta gli schemi di allenamento sono stati la chiave per questo successo straordinario.

E questa potrebbe essere la soluzione per il dilemma infernale verso le Olimpiadi di Parigi. In teoria, si potrebbe pensare che un copia-incolla dell’anno scorso sia la soluzione più logica. La gara su strada ai Giochi è in programma due settimane dopo la fine del Tour de France, proprio come un anno fa il Campionato del Mondo a Glasgow si è svolto due settimane dopo il Tour. Quindi fare il Tour de France al servizio della gara su strada olimpica sarebbe logico. “Il copia-incolla non è mai la soluzione migliore”, ha però ammesso Adrie van der Poel.

Sappiamo che Mathieu van der Poel a Parigi 2024 preferirebbe fare il doppio impegno: mountain bike e gara su strada. Se riescirà a raggiungere la sua migliore forma anche senza una grande corsa a tappe quest’estate, allora quel doppio impegno potrebbe essere raggiunto mettendo insieme uno stage di allenamento, alcune gare di mountain bike e – in luglio – due o tre gare su strada per riacquisire ritmo e posizionamento.

Ecco in che modo l’avvicinamento alle vittorie al Fiandre e alla Parigi-Roubaix potrebbe avergli reso più facile il progetto di un doppio colpo alle Olimpiadi.