Parigi-Roubaix, potrebbe essere inserita una chicane prima della foresta di Arenberg per diminuire la velocità

Parigi-Roubaix
Wout van Aert e Mathieu van der Poel affrontano la foresta d'Arenberg alla Parigi-Roubaix 2023 (foto: A.S.O.)
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I racconti di chi la Parigi-Roubaix l’ha corsa, narrano di suoni di scoppi come su un campo di battaglia. Ma no, è solo l’effetto che la foresta di Arenberg presa a tutta velocità fa alle ruote dal gruppo concentrato a tenersi sulle prime posizioni per evitare cadute, ad andare forte per vincere quella leggendaria corsa, a concludere il prima possibile quell’inferno.

«Ho corso qui dodici volte e dodici volte sono arrivato davanti alla foresta di Arenberg chiedendomi come avrei fatto ad uscirne indenne – ha detto a L’Equipe Thierry Gouvenou, il direttore della Parigi-Roubaix – Su richiesta del CPA (Cyclistes Professionnels Associés, la più numerosa associazione che salvaguarda gli interessi dei ciclisti professionisti, ndr), abbiamo valutato le varie possibilità optando per un sistema di chicane come quelle dei circuiti automobilistici. I corridori attaccano la foresta a circa 60 chilometri orari: l’idea è di farli rallentare a 30-35 chilometri orari così che per loro sarebbe meno rischioso e, allo stesso tempo, verrebbero messe ulteriormente in risalto le difficoltà di questo tratto visto che gli atleti ci arriverebbero senza slancio».

Cosa ne pensano i ciclisti? Gouvenou dice di aver domandato loro se non fossero preoccupati delle cadute che un rallentamento così brusco dentro delle curve avrebbe causato. La loro risposta è che preferiscono frenare forte rischiando di cadere sull’asfalto che entrare nella foresta a 60 chilometri orari.