Geoghegan Hart torna in Italia: tifare per lui è un obbligo morale

Tao Geoghegan Hart
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L’Italia per Tao Geoghegan Hart ha un sapore dolceamaro. Amaro, perché è sulle strade del Giro d’Italia 2023 che il britannico ha rischiato di dover dire addio al ciclismo nel fiore della carriera. Ma è anche dolce, soprattutto dolce, perché Geoghegan Hart va matto per i dessert italiani. Dice di amare il tiramisù, i biscotti, la crostata, i cornetti alla Nutella. Nel 2020 rivelò di essersi gustato con malcelato piacere i cannoli portati dall’allora compagno di squadra alla Ineos, il siciliano Salvatore Puccio, dopo la cronometro della Tirreno-Adriatico. E sarà proprio la Tirreno-Adriatico ad accoglierlo di nuovo in Italia dopo il brutto incidente dell’anno scorso.

Sul suo profilo Instagram, qualche ora fa è comparso un video: Valentina e Guido, due dei medici che hanno curato Geoghegan Hart a Genova, raccontano il processo di riabilitazione di Tao e soprattutto l’approccio con cui il londinese ha affrontato l’infortunio e le relative conseguenze. Fin dal primo giorno ha dato tutto sé stesso nella fisioterapia nonostante il dolore, un’attitudine che — unita al suo garbo e alla sua sensibilità — ha conquistato tutto il reparto ospedaliero. Dall’ospedale alla sedia a rotelle, dalla sedia a rotelle alle stampelle, dalle stampelle alla bicicletta fino al dodicesimo posto in classifica generale alla Volta ao Algarve di metà febbraio: le fratture a femore e anca avrebbero potuto porre fine ai suoi giorni da professionista, ma la voglia di tornare a correre ha (per nostra fortuna) preso il sopravvento.

Perdere un corridore come Tao Geoghegan Hart sarebbe stato un duro colpo, forse più per gli amanti di questo sport che non per Geoghegan Hart stesso. Mai banali, mai fuori luogo, le sue dichiarazioni sanno come lasciare il segno nel cuore di chi ascolta. Che sia per la sua simpatica golosità o per il suo impegno contro ogni disuguaglianza, poco importa: è un dato di fatto che non affezionarsi al nuovo innesto della Lidl-Trek sia impossibile.

Impossibile non amare il suo amore per il ciclismo ancor prima che per la competizione, per la bicicletta ancor prima che per watt e prestazioni. La sua attenzione per il lato umano dello sport è uno dei motivi per cui vale ancora la pena intervistare gli atleti, scoprirne i pensieri, i desideri e le fragilità. Come scrisse una volta un giornalista, Rigo Zimmerman, è attraverso gli occhi che ogni ciclista viene veramente riconosciuto dai suoi tifosi, perché non si può amare veramente un atleta se non si riesce a vedere dentro alla sua anima. Ecco perché amiamo Tao Geoghegan Hart: perché si è sempre messo a nudo. Riconosciamo in quel ventottenne uno di noi, non un superatleta o una star inarrivabile.

Chi avrà il piacere di vederlo dal vivo alla Corsa dei Due Mari, avrà l’obbligo morale di trasmettergli tutto il tifo e l’affetto possibili. E di portargli una crostata, magari.

 
 
 
 
 
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