Strade Bianche, Pogacar: «Mi piace improvvisare, così mi diverto di più»

Tadej Pogacar in conferenza stampa dopo aver vinto la Strade Bianche 2024
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Tra un abbraccio alla famiglia e i zigzag tra i tifosi che disperatamente cercano una foto con lui, Tadej Pogacar si dirige verso i giornalisti per raccontare l’ennesima giornata da fuoriclasse assoluto. E a chi gli chiede se è stata una pazzia attaccare a ottanta chilometri dal traguardo, lui risponde con la solita ironia, “pazzo è chi corre in bicicletta, e ancora più pazzo chi viene alla Strade Bianche”.

Perché ti sei sentito di attaccare da così lontano?

«Stava piovendo, la corsa era diventata tutto ad un tratto nervosa ed erano rimasti pochi corridori. Avrei dovuto fare la differenza lì sul Monte Sante Marie, altrimenti sarebbe stato difficile staccare gli altri nei settori dopo».

Non era programmato, quindi?

«No, per nulla. Diciamo che ho saputo cogliere l’attimo e il momento giusto di corsa. Alla Strade Bianche sempre meglio improvvisare: mi diverto di più e si divertono di più i tifosi».

Il vantaggio è aumentato chilometro dopo chilometro, hai capito subito che potevi arrivare da solo con questo margine?

«Ho pensato solo a spingere, nient’altro, anche perché eravamo coperti. Dietro avevo Del Toro e Wellens che stavano rompendo i cambi e comunque potevano subentrare se avessi finito la benzina. Oggi è stata una dimostrazione di forza anche della squadra».

Si parla già di vittoria più bella fino a questo momento, tu che ne pensi?

«Non credo perché ero sporco e le foto non vengono bene. A parte gli scherzi, ogni gara è diversa dall’altra, difficile dire quale sia la più bella: sicuramente una delle migliori».

La consideri la sesta monumento?

«Non sono io a decidere se questa è la sesta monumento perché sono corse storiche, forse la Strade Bianche ha bisogno di un po’ di tempo. Certo è su quella strada, è una delle corse di un giorno più amate, una delle più grandi».

Al traguardo abbiamo visto Urska, cosa significa averla sempre al tuo fianco?

«È la mia forza, più di quanto io possa ammettere. Senza di lei non sarebbe possibile tutto questo, è professionale, ci capiamo, condividiamo esperienze. Spesso mette da parte i suoi obiettivi per supportarmi, io cerco di fare lo stesso con lei».

Dal Lombardia alla Strade Bianche, quando vieni in Italia è vittoria quasi assicurata.

«Amo questo Paese, che ogni volta mi trasmette tutta la sua passione. Farmi ottanta chilometri insieme ai tifosi mi ha fatto sentire meno solo. L’entrata in Piazza del Campo con quel boato mi ha fatto venire i brividi».

E ora c’è la Sanremo…

«Mi prendo un giorno di pausa, poi inizierò a lavorare sulla Sanremo. Quella però è una corsa particolare, dove non sempre vince il più forte. È un terno al lotto».

Troverai Van der Poel che oggi non c’era.

«Non solo Van der Poel, ci saranno 170 corridori che proveranno a vincere».