Giro d’Italia, Pogacar ancora senza pizza: «Spero di averla a cena. Alla corsa rosa do 10, è il più bello dei grandi Giri»

Pogacar
Tadej Pogacar sorridente in maglia rosa (foto: LaPresse).
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Tadej e l’Italia, in particolare la cucina italiana, hanno una connessione incredibile. Quando a Oropa ha vinto la sua prima tappa al Giro ha dichiarato che la pasta è nettamente più buona di una vittoria. A Genova si è gustato la focaccia ligure e si è avvicinato a Napoli sperando in una buona pizza e un vero caffè. Ci credete se vi diciamo che la UAE non gli ha ancora fatto assaggiare la prelibatezza napoletana? «A pranzo ci hanno dato un hamburger, a questo punto spero solo che ci facciano mangiare la pizza a cena».

Se non hai mangiato la pizza a Napoli, allora cosa hai fatto in questo giorno di riposo?

«Oggi ci siamo svegliati con calma, abbiamo fatto una colazione tranquilla e poi siamo usciti per un giro in bici di circa due ore dove ci siamo divertiti e visto bei panorami. Abbiamo preso un caffè nel bel mezzo del nulla e ho anche mangiato il gelato: ho preso una coppetta con gusto ricotta e pera. Ma mi piace tantissimo il gelato al pistacchio».

È finita la prima settimana di Giro d’Italia, ti sta piacendo?

«Per ora mi è piaciuto veramente tanto il Giro. A volte ci sono tappe dure, a volte ci sono delle volate, c’è stata una cronometro. Ho potuto vincere tre frazioni in una settimana quindi non posso che essere felice e fiero di correre con i miei compagni che ogni giorno danno il 100%. Tutte e tre le vittorie sono speciali e hanno una storia diversa, ma vincere la cronometro di Perugia è stato davvero incredibile».

Adesso che hai provato tutti e tre i grandi Giri puoi dire se hai notato differenze.

«Sì, sono tutti e tre duri ma molto differenti per storia e atmosfera. Per ora il Giro è quello che mi è piaciuto di più, gli do un bel 10: è ben organizzato, gli orari delle tappe sono comodi, quest’anno siamo anche fortunati con il meteo e le frazioni non sono troppo lunghe. Se devo essere sincero, mi sento meno stressato rispetto al Tour de France. Sulle strade del Giro ci sono moltissimi tifosi: ieri durante la gara mi sono reso conto che ad ogni chilometro c’è gente che urla il mio nome. È incredibile, non me lo aspettavo».

Sei arrivato al primo giorno di riposo con 2’40” di vantaggio sul secondo in classifica, te lo aspettavi?

«La prima settimana è andata bene sia in montagna che a cronometro, così ho potuto mettere da parte un po’ di tempo. Penso che in questo modo sarò pronto soprattutto per la prossima settimana quando gli avversari si scateneranno, soprattutto quelli della Ineos con Arensman e Thomas che salgono molto bene. Io devo tenermi pronto, soprattutto metterci testa, e continuare a spingere fino alla fine anche se avrò delle brutte giornate».

Ieri ti abbiamo visto fare da lead-out, ti è piaciuta l’idea? Lo rifarai?

«Ieri non era uno sprint difficile ma era molto tecnico. Per questo non dico che fosse più facile, ma sicuramente più adatto per me a stare davanti. Ho deciso di aiutare Molano a fare lo sprint, è stato bello: quando vedi gli ultimi 100 metri prima dell’arrivo e sei in testa è speciale. Non mi considero certo un lead-out, ma se nelle prossime tappe piatte potrò aiutare di più Molano lo farò sicuramente».

Qual è il segreto della UAE Team Emirates per essere così forte?

«Credo che siamo molto forti come squadra perché ognuno di noi dà il massimo in bici e quando siamo giù dalla bici siamo come una famiglia: penso all’atmosfera sul bus o a tavola a cena».

Comincia una nuova settimana, come ti muoverai?

«Già domani ci sarà una tappa dura, poi le prossime saranno per i velocisti o per la fuga. Lasciare per un po’ la maglia rosa? Non avrebbe senso. La frazione di domani creerà una situazione simile a Prati di Tivo quindi potremmo tentare di nuovo una vittoria, ma prima di tutto dobbiamo vedere giorno dopo giorno e cercare di rimanere uniti il più possibile. A fine settimana ci sarà una tappa molto dura: non vedo l’ora di arrivare a Livigno e poi scalare il Mortirolo».