Bora, con l’arrivo di Red Bull si sogna in grande: van Aert, Pidcock e l’apertura di un team femminile

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Wout van Aert (foto UCI Cyclocross)
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L’accordo firmato tra Red Bull e Bora-hansgrohe ha segnato l’ingresso del colosso austriaco nel mondo del ciclismo. Dopo aver investito e costruito in sport come il calcio, l’hockey, la Formula 1 e la Moto GP, portando sempre ai massimi livelli le proprie squadre, il gruppo Red Bull è pronto anche per la scalata al tetto del WordTour. Stando alle prime indiscrezioni, infatti, l’azienda austriaca starebbe già progettando ampi finanziamenti per muoversi nella prossima finestra di ciclomercato.

Su questo binomio Red Bull-Bora c’è molta curiosità su quel che potranno costruire, quanto timore di quel che potrebbe diventare il team tedesco con i fondi del colosso industriale: «Se possono prendere chi pare loro? Probabilmente sì. Se avranno voglia di farlo, lo faranno. E se vorranno farlo in fretta, credo che vedremo diverse trattative risolversi con il pagamento di cifre che compensino la fine anticipata di un contratto. Ma è anche possibile che preferiscano muoversi come ha fatto la Lidl-Trek, che ha deciso di costruirsi un passo alla volta», ha detto un direttore sportivo non specificato di una squadra WorldTour a RTBF.

Quest’estate potremmo assistere a uno dei mercati più caldi di sempre e i nomi più chiacchierati sono ovviamente quelli di Wout van Aert (Visma | Lease a Bike) e Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), i quali sono già sotto contratto per sponsorizzazioni individuali con l’azienda di bevande energetiche. Occhio anche a Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), che già quest’anno sembrava prossimo a salutare il team di Patrick Lefevere, salvo poi rimanere al team belga dopo la mancata fusione tra Jumbo e Soudal.

«Lo dicono anche i procuratori, che Red Bull sta preparando qualcosa di grosso. Sono anni che progetta di investire da tempo nel ciclismo, il suo arrivo non è stato una sorpresa, così come non sarebbe una sorpresa vedere la creazione di una squadra femminile. Peraltro, il contratto di una come Lotte Kopecky scade giusto alla fine del 2024…», ha poi continuato l’intervistato.

Se da un lato spaventa per quel che potrà diventare, l’arrivo di Red Bull nel mondo del ciclismo fa però ben sperare il movimento. Questo ingresso, infatti, vuol dire che le due ruote hanno sempre più visibilità e che altre grandi aziende potrebbero voler investire in questo sport.

Come per ogni cosa, però, esiste anche un lato negativo della medaglia. Secondo diversi adatti ai lavori infatti l’arrivo di grandi aziende di sponsorizzazione porterà a un’aumento del divario tra i team di primo piano e gli altri: «Il ciclismo si evolve nella direzione che porta alla necessità per le squadre di trovare sponsor grandi, che possano finanziare l’attività. E questo porterà anche alcuni corridori, quelli che potranno negoziare in tal senso, a guadagnare di più. Ma, allo stesso tempo, le differenze fra squadre aumenteranno e si andrà verso un ciclismo a due velocità: le formazioni tradizionali non potranno più competere con le grandi. A quel punto, non resterà che investire nei giovanissimi, per poi rivenderli e si diffonderanno sempre di più le clausole di rescissione che già si vedono da tempo nel calcio».