La parabola che da van der Poel porta a Del Grosso: il possibile erede è un altro olandese

Tibor Del Grosso e Mathieu van der Poel sono i campioni del mondo rispettivamente della categoria U23 e Elite (Credits: Instagram @uci_cycling e @mathieuvanderpoel)
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Si chiama Tibor Del Grosso e con il trionfo al Mondiale di Tabor, vinto per distacco con indosso una maglia arancione, ha fatto venire in mente a tutti un certo Mathieu van der Poel.

Il super campione del mondo ha un erede? Forse è presto dirlo, non si dovrebbe bruciare il suo nome. La risposta ce la darà solo il tempo, ma le sensazioni sono buone. Intanto Del Grosso ci ha fatto capire che dovremmo cominciare ad imparare il suo nome.

Le cose in comune tra van der Poel e Del Grosso non sono poi così poche: entrambi vengono dai Paesi Bassi, entrambi corrono con l’Alpecin-Deceuninck, entrambi hanno ottenuto la loro prima vittoria nel ciclocross all’età di 16 anni (van der Poel nel fango belga e Del Grosso in quello olandese) ed entrambi nel 2024 sono diventati Campioni del Mondo vincendo in solitaria.

Adesso Mathieu ha 29 anni, Tibor ne ha 20. In 9 anni riuscirà ad ottenere ciò che ha ottenuto e sta ottenendo van der Poel? E adesso che il sei volte campione del mondo nella categoria Elite ha dichiarato di volersi dedicare maggiormente alla strada, potrà Tibor dire la sua?

«Cerco di correre sia su strada che nel ciclocross. E vorrei di diventare il più bravo possibile in tutte e due le discipline». Queste parole sono proprio del giovane talento Del Grosso, che anche nell’orientamento alla multidisciplina si ispira a van der Poel per il suo futuro. Insomma, la piccola versione del fuoriclasse non ha proprio alcuna intenzione di essere da meno.

In questa stagione, infatti, non ha voluto farsi attendere. Del Grosso ha già vinto a Troyes, a Dublino, ad Anversa e a Hoogerheide portando a casa anche la classifica finale della Coppa del Mondo Under 23. In strada nel 2023 ha vinto la classifica a punti del Flanders Tomorrow Tour ed è arrivato secondo nella classifica generale. Pochi giorni più tardi è stato secondo anche al Grand Prix de Honelles. Nella scorsa stagione crossistica, invece, secondo al Mondiale U23, primo nella disciplina del Team Relay e primo ai campionati nazionali di categoria.

Con gli Elite ha gareggiato quest’anno a Zolder dove, parole sue, si è sentito di poter competere con Van Aert. Poi ha capito che al massimo poteva salire sul gradino più basso del podio. Al traguardo è stato quinto: niente da recriminare ad un ragazzo di soli 20 anni arrivato dietro Wout Van Aert, Eli Iserbyt, Joris Nieuwenhuis e Niels Vandeputte.

Di ciclisti che si chiamano Del Grosso, come l’olandese dalle lontane origini italiane, se si cerca bene se ne trovano due. Uno è Tibor e l’altro è Bodi, suo fratello. Classe 2001, si è dedicato dal 2018 sia alla strada che al ciclocross prediligendo però sempre la prima. A fine 2023 ha salutato la bici per dedicarsi ad altro. Sarà allora Tibor a far diventare grande il suo cognome nel mondo del ciclismo e a farlo risuonare almeno tanto quanto quello di van der Poel. Per ora un buon inizio, ma per pareggiare le sole maglie iridate che ha ottenuto MVDP dall’inizio della carriera crossistica ad oggi, Del Grosso ne deve vincere ancora altre sette.