Thomas rivela: «Nelle ultime due settimane mi sono ubriacato 12 sere su 14. Dovevo staccare»

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Geraint Thomas al Giro di Polonia 2023
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Spesso ci si chiede: «Che cosa fanno i corridori in offseason?». Geraint Thomas ha provato a dare una risposta a questa domanda durante una recente intervista al Times, anche se la soluzione che dà il gallese è molto personale: «Nelle ultime due settimane credo di essermi ubriacato 12 sere su 14. Da quando sono tornato a Cardiff è stata una follia. Ogni giorno incontro un amico che mi chiede: “Ehi, ti va di vederci?” e io rispondo: “Sì, andiamo a cena o al pub” e si finisce sempre a parlare davanti a una bella birra».

Il classe ’86, corridore che recentemente ha rinnovato con la Ineos-Grenadiers, ha specificato che lui durante l’anno non sgarra mai, ma in offseason tutto è legittimo: «Durante la stagione non bevo mai, a parte qualche bicchierino nelle occasioni speciali, ma durante la pausa è giusto lasciarsi andare. Certo, all’inizio la tolleranza all’alcool è più bassa, ma ora sento di avere una buona resistenza (ride, ndr)».

Il nativo di Cardiff ha rivelato anche che per lui vivere al massimo l’offseason, tornando casa e stando con i familiari e gli amici di sempre, è fondamentale. Staccare la spina e passare qualche settimana senza pensieri tra la testa è il modo migliore per recuperare dalle fatiche della stagione ed essere pronto per il nuovo anno: «Vivere qualche settimana così libero è quello che mi serve. Quel modo di socializzare, quell’esplosione di libertà e quella normalità di vivere è tutto ciò di cui ho bisogno per recuperare. Anche perché ora, dopo qualche settimana così, mi fermo e penso: “Ehi Geraint, è il momento di risalire sulla bici e riprendere la forma corretta».

Infatti, per Thomas, ora c’è un primo obiettivo da raggiungere per ritrovare la miglior condizione e iniziare la nuova stagione: perdere peso. Il gallese della Ineos, nelle cinque settimane di vacanze che si è concesso, è passato dal peso forma di 68.5 kg a 75 kg: «Perdere peso non sarà un problema. La parte più difficile sarà l’ultimo chilo e mezzo. Ma il vero sforzo sarà mantenere la forma a livello costante. Per noi non è come per i pugili, che diminuiscono di peso in vista di incontri singoli e poi possono riprenderlo. Noi abbiamo gare di tre settimane e quindi deve riuscire a mantenere la forma per diverso tempo. Questo è il prezzo da pagare per fare questo sport. È impegnativo, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. L’allenamento di per sé è facile, perché mi piace andare in bici, mi piace spingermi al limite e fare sforzi. Ma è solo per una parte della giornata».

Secondo Thomas, inoltre, negli ultimi due/tre anni c’è stato un importante e netto cambiamento da un punto di vista dell’alimentazione. Nel suo caso un pasto che normalmente prevedeva di mangiare 80 grammi di carboidrati in un’ora, adesso ne prevede 120. Queste novità, secondo lui, stanno dando i loro frutti. «Rispetto a 15 anni fa, quando ho iniziato, è tutto diverso. Ora, però, non ho più così tanta fame quando non corro in bici, quindi mangio meno».

Cambiare le abitudini e la routine alimentare è stata la sfida più complessa secondo il 37enne di Cardiff: «Cambiare mentalità è stata la sfida più grande. Ho avuto quell’approccio old school, dove si puntare a dimagrire diminuendo il cibo, per così tanto tempo. Mentre ora si mangia tanto e riuscire ad abituarmi è stata una sfida. Ma essere in grado di adattarmi e seguire le novità è quello che mi ha permesso di essere competitivo».