Lappartient sogna un ciclismo più sostenibile: «Bisogna riprogrammare il calendario per ridurre la nostra impronta ecologica»

Lappartient
David Lappartient, presidente dell'Unione Ciclistica Internazionale, in una foto d'archivio
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Da quando nel 2017 David Lappartient è salito al vertice dell’Uci, si è sempre dimostrato attento all’ambiente introducendo nuove regole per provare a ridurre l’inquinamento generato dalle gare. In questo modo si è potuto rendere più sostenibile il mondo del ciclismo, ad esempio introducendo le “green zone”.

«Su una scala da uno a dieci, attualmente siamo solo un quattro quando si tratta di sostenibilità – ha affermato Lappartient a Cycling Weekly – Siamo sulla strada giusta, ma non al livello in cui dovremmo essere».

La proposta avanzata da Lappartient è quella di programmare il calendario in modo da non far spostare i corridori da una parte all’altra del mondo ogni due mesi così da ridurre le emissioni di CO2. «Da gennaio il calendario si estenderà dall’Oceania all’Asia, al Medio Oriente, all’Europa, al Nord America e di nuovo all’Asia. In questo modo possiamo garantire che la nostra impronta ecologica sia ridotta».

Un’altra proposta potrebbe essere quella di ridurre le distanze tra i trasferimenti da una tappa all’altra nei grandi Giri: «Se vogliamo ridurre le nostre emissioni, non abbiamo altra scelta che cambiare la situazione. Se gli organizzatori vogliono ridurre le proprie emissioni del 50%, non hanno altra scelta che guidare auto elettriche e ridurre le distanze tra le tappe».