Evenepoel: «Ho fatto un grosso errore tattico, dovrei pensare meno e seguire l’istinto»

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Remco Evenepoel con la "calza" per il casco al Giro 2023 (foto: LaPresse)
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Remco Evenepoel non ha avuto una bella giornata ieri alla Parigi-Nizza. Il campione belga è arrivato quarto, ma ha perso tempo in classifica generale. «Forse non dovrei pensare tanto la prossima volta», ha detto Evenepoel a Sporza dopo la sesta tappa.

«È stata una giornata dura. E dire che mi sentivo davvero bene», ha detto Evenepoel. Nella finale della sesta tappa si è messo in mostra, ma non in testa alla corsa. «Forse ho scommesso troppo sulla ripida salita. Forse potevo rispondere all’attacco di Matteo Jorgenson. Ho fatto un piccolo errore tattico. No, un grosso errore tattico», si è corretto.

«Alla fine sono arrivati ​​in cima in tre. Poi hanno guardato me e Primoz Roglic, il che è logico. Abbiamo perso molto tempo». Evenepoel aveva ancora un contatore in testa, ma alla fine è rimasto fermo. «Forse la prossima volta non dovrei pensare così tanto e seguire solo la sensazione e le gambe».

Questione caschi. A inizio settimana l’Unione Ciclistica Internazionale ha emanato un comunicato che nel gruppo ha fatto molto discutere. L’UCI ha ricordato alle squadre che il casco ha come primo obiettivo quello di garantire la sicurezza dei corridori e non la ricerca della miglior prestazione aerodinamica. Nello stesso comunicato, inoltre, è stato vietato l’utilizzo del casco Specialized TT5, che l’azienda americana fornisce a Bora-hansgrohe e Soudal-QuickStep (team del campione mondiale a cronometro Remco Evenepoel) da due anni. Il divieto arriva in quanto il casco in questione presenta la “cuffia” o “calza per la testa”. Elemento ritenuto “non essenziale”.

La replica dei diretti interessati, però, non ha tardato ad arrivare. Il campione iridato nella prova contro il tempo, Evenepoel, ai microfoni di Sporza ha attaccato la decisione dell’UCI senza mezze misure: «Tutto questo è ridicolo. Due anni fa hanno autorizzato il nostro casco e ora lo stanno vietando. Ho la sensazione che ci stiano prendendo in giro. Non è molto carino quello che stanno facendo. Ci sono altre squadre che corrono anche le prova in linea con il casco da cronometro, penso ad esempio alla EF Education-EasyPost, ed è ridicolo continuare a cambiare le regole. Stanno trascinando il ciclismo nel ridicolo e stanno costringendo tutti i corridori a rivoltarsi contro l’UCI».