Nelle mani di Thijs Hertsens: Van Aert ed Evenepoel hanno lo stesso fisioterapista

Thijs Hertsens con Remco Evenepoel dopo la caduta al Lombardia (foto da Instagram @thijshertsens)
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Thijs Hertsens sta diventando famoso nel suo Paese, il Belgio. Chi è? È il fisioterapista 33enne che sta rimettendo in sesto sia Wout van Aert sia Remco Evenepoel. Hertsens lavora per LAB Anversa. Van Aert ed Evenepoel si sono rivolti a lui dopo le loro cadute al Dwars door Vlaanderen e al Giro dei Paesi Baschi. «Conosco Wout dalla sua riabilitazione del 2019. Abbiamo lavorato insieme per sei mesi, ogni giorno, con tutti gli alti e bassi. Quindi costruisci un legame intenso. Lo stesso vale per Remco, che è finito nelle mie mani dopo la caduta al Giro di Lombardia», ha  spiegato il fisioterapista belga a Het Nieuwsblad.

«Wout e Remco per me non sono più clienti, ma piuttosto amici nel rispetto di una certa barriera che deve rimanere. C’è sempre un contatto tra me e il reparto prestazione della squadra, ma anche con il dottor Steven Claes di Herentals che ha eseguito gli interventi. Se Steven ha qualche dubbio, non esiterà a segnalarmelo e ad apportare modifiche se necessario. Ho la sensazione che tutti si fidino della mia esperienza. Ma la posta in gioco è molto alta. Le parti interessate non esiteranno quindi a esprimere la loro opinione».

La domanda più importante: come stanno Van Aert e Evenepoel? «Il danno di Remco non era poi così grave, una clavicola rotta e una crepa sulla scapola. A volte dicono che devi avere la clavicola rotta per poterti definire un corridore. Per Wout, l’impatto del trauma è stato molto maggiore. Bisogna dargli tempo», ha detto Hertsens. 

Evenepoel ha come obiettivo principale il Tour de France quest’estate, Van Aert vuole andare alle Olimpiadi di Parigi. «Nel caso di Remco, non è cambiato molto. Gli sono mancate Amstel e Liegi, ma la sua preparazione per il Tour può iniziare nei tempi previsti. Non possiamo ancora fare alcuna dichiarazione su Wout».

Parlando con Sporza, Hertsens ha spiegato che il danno subito da Van Aert è stato piuttosto significativo. Per questo motivo si è deciso subito di saltare il Giro d’Italia. «C’è ancora molta strada da fare prima che le sue costole siano completamente guarite, ma sta andando nella giusta direzione. Il feedback dopo il primo giro era già positivo. La regione del torace era gravemente danneggiata, abbiamo dovuto monitorare tutto molto da vicino. Come respira? Quale frequenza cardiaca può già gestire? Qual è l’effetto dei diversi sforzi? Dobbiamo continuare a farlo adesso, perché in un anno olimpico non possiamo saltare alcun passaggio».