Bouhanni, il pugile mancato che voleva salvarsi col ciclismo

Bouhanni
Bouhanni in una immagine tratta dal suo profilo Twitter.
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Nacer Bouhanni ha comunicato ufficialmente il suo ritiro a fine stagione, dopo 14 anni di carriera professionistica. Il velocista francese è stato per anni ai vertici del ciclismo mondiale tra il 2014 e il 2018, vincendo tappe e maglie a punti di diverse gare di primissimo livello. Si può dire, che insieme a Arnaud Demare, sia stato il velocista di riferimento dell’ultimo decennio per i tifosi francesi.

Nato a Epinal, nei Vosgi, da famiglia di origini algerine, Bouhanni è cresciuto a Girmont, praticando il ciclismo dall’età di 6 anni nel Vélo Club Spinalien. La vita Nacer l’ha imparata sul ring, quando tirava di boxe: «Il ring è una scuola di vita, anche se molti non lo sanno». Nell’ottobre del 2008, divenne gendarme volontario e fu così inserito nella selezione francese militare. Nel 2009 fu campione nazionale della gendarmeria e si classificò ottavo nei campionati del mondo militari.

Inizió a correre nel panorama WorldTour nel 2010, quando passò professionista con la FDJ. Bouhanni ha mostrato fin da subito uno spunto in volata capace di competere con i migliori della classe. Il primo successo tra i pro’, infatti, arriva già nella corsa d’esordio, dove conquista la 2ª tappa del Tour de Gironde. Ma nel resto della stagione, però, il classe ’90 non riesce più a ripetersi. In generale, i primi due anni di Nacer sono pieni di bei piazzamenti e ottimi risultati, ma manca il successo in una corsa di spicco. Trionfo che arriva nel 2012, quando si laurea campione nazionale francese nella prova in linea. Questo è l’anno del definitivo salto di qualità, nel quale conquista ben 7 successi, di cui i primi fuori dalla Francia (al GP Halle-Ingooigem e la 1ª tappa al Tour de Vallonia) e si piazza secondo nella 10ª tappa della Vuelta di Spagna (al debutto in un grande Giro).

Nel 2013 arriva anche la sua prima vittoria WT, nella prima frazione della Parigi-Nizza. Questa è una delle corse dove Bouhanni meglio si esprimerà nel corso della sua carriera e dove vincerà anche nel 2014 e nel 2016. Nello stesso anno trova il primo podio anche al Giro d’Italia. Alla corsa rosa, però, un segno più netto lo lascerà l’anno seguente, vincendo ben tre frazioni (negli arrivi di Bari, Foligno e Salsomaggiore Terme) e la classifica della maglia a punti. Il 2014 è senza dubbio l’anno di grazia del velocista francese che firma una doppietta anche alla Vuelta e chiude la stagione con un bottino di ben 10 successi.

La nuova annata porta anche il primo cambio di casacca per Bouhanni, che però rimane sempre in un team francese, passando dalla FDJ alla Cofidis (con cui correrà fino al 2020). Con la nuova maglia l’anno di picco è il 2016, dove raccoglie vittorie alla Parigi-Nizza, al Criterium du Dauphiné e alla Volta a Catalunya. Dopo ancora due stagione condite da buoni risultati, nel quale spicca il successo nella 6ª frazione della Vuelta, dal 2019 inizia il declino del classe ’90. Situazione che non migliorerà neanche dopo il passaggio in Arkéa-Samsic.

Nei tre anni con il team bretone arrivano veramente pochissimi risultati e la squalifica di due mesi nel marzo del 2021 dopo una scorrettezza in volata alla Cholet-Pays de la Loire ai danni di Jake Stewart. La definitiva batosta, come ammesso dallo stesso corridore, è però l’ha incassa dopo il brutto incidente al Giro di Turchia del 2022, da cui Bouhanni non riuscirà mai a riprendersi.