Meris: «Finito fuori classifica sullo Stelvio per problemi allo stomaco, ora punto ad una tappa e all’italiano»

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Sergio Meris in una foto d'archivio allo scorso Giro della Valle d'Aosta
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Sergio Meris non era venuto al Giro Next Gen per prendere nove minuti sullo Stelvio, ma ieri quando la corsa è entrata nel vivo non ha potuto fare altro che staccarsi.

«Ho iniziato a stare male due giorni prima della partenza – racconta Meris – Ho avuto problemi di stomaco e la mattina della cronometro, figurarsi, non sapevo nemmeno se mi conveniva partire o meno. Ero in difficoltà anche il secondo giorno. La frazione di ieri me l’ero immaginata differente, il mio obiettivo era misurarmi in classifica generale, ma davvero non potevo fare di più. Si può dire che oggi, per me, è cominciato un altro Giro».

Quarto alle spalle di Busatto.

«Il percorso mi si addiceva e la squadra ha lavorato tutto il giorno per tenermi davanti. Romele è stato encomiabile, mi ha guidato fino a 500 metri dall’arrivo. Se ho un rimpianto? Forse avrei potuto anticipare Busatto, che è partito molto tardi, ma a quel punto terzo o quarto non avrebbe fatto tutta questa differenza. Fino a ieri faticavo a mangiare, aspettarsi di più da me era difficile».

Durante il ritiro di Livigno avevi avuto modo di andare a studiare l’arrivo di oggi?

«I miei compagni sì, io invece quel giorno non ero potuto andarci e quindi ero un po’ al buio. Però erano quasi le mie terre, io sono bergamasco, e quindi mi sono ritrovato addosso qualche energia in più. Comunque ripeto, sono stato male fino a ieri, non potevo pensare di vincere come se nulla fosse. Già arrivare quarto oggi, secondo del gruppo alle spalle di Busatto, mi pare un bel risultato».

Che aria si respirava in gruppo dopo il fattaccio di ieri?

«Direi buona, la prima ora l’abbiamo pedalata a cinquanta orari di media. A parte le battute, alle mie orecchie non sono arrivati discorsi particolari né tantomeno lamentele. Non doveva succedere, è successo e chi ha sbagliato ha pagato ed è a casa. Non sono io a dover dare un commento sulla vicenda. In gruppo, comunque, c’è sempre il giusto nervosismo, perché la corsa è prestigiosa e il livello è alto».

Adesso come stai?

«Meglio, sia fisicamente che mentalmente. Il piazzamento di oggi mi dà tanto morale per le prossime giornate. Ormai che sono finito fuori classifica, sicuramente ci riproverò sabato andando verso Pian del Cansiglio e non escludo di provarci anche domenica, col tracciato mosso verso Trieste. Domani, sulla carta, è da ruote veloci, ma le formazioni più forti rendono la corsa dura e quindi non bisogna mai dare niente per scontato».

Una manciata di giorni dopo la fine del Giro c’è il campionato italiano. Ci pensi?

«In questo periodo ci penso sempre, quella tricolore è una maglia importante e una corsa che mi fa sempre sognare. Il percorso, mosso e impegnativo, è abbastanza adatto alle mie caratteristiche, quindi sì, certamente è un obiettivo. Adesso rimango concentrato sulla corsa rosa, non avendo ormai niente da perdere andrò all’attacco. Però poi punterò sicuramente anche al campionato italiano».