GIRO D’ITALIA 2023 / Le salite di oggi: Passo della Crosetta, Forcella Cibiana e Val di Zoldo

Giro d'Italia
Val di Zoldo sarà la salita finale di oggi al Giro d'Italia 2023
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Il dislivello complessivo della tappa odierna al Giro d’Italia è di circa 3.300 metri. All’inizio si salirà sul Cansiglio, ma le asperità principali sono concentrate nel finale della tappa, che ha arrivo in salita a Val di Zoldo. Ecco i precedenti di ognuna delle ascese in programma.   

Passo della Crosetta – E’ questa una delle salite che furono scalate nel 1966, durante la tappa Belluno-Vittorio Veneto, rimasta negli annali della storia del Giro per l’indimenticabile fuga solitaria di Pietro Scandelli e soprattutto per la toccante intervista on the road di Sergio Zavoli, conduttore del Processo alla Tappa, a Lucillo Lievore, il vicentino che era inizialmente in fuga con Scandelli e che nel finale era braccato dal gruppo. Zavoli lo affiancò in motocicletta, dialogarono a lungo e quel filmato è ancora vissuto oggi con grande emozione. Scandelli, gregario di Motta, e Lievore presero ben presto il largo. Guadagnarono un vantaggio di oltre 20 minuti e rischiarono di mettere fuori tempo massimo tutto il gruppo. La coppia si divise sulla salita del Passo San Boldo, dove Lievore cedette. Sulla Crosetta il margine di Scandelli sull’ex compagno di fuga era di 4’40”. Il plotone quasi compatto transitava a 21’12” e per non finire hors délai doveva raggiungere un traguardo con un ritardo non superiore ai 24 minuti. Scandelli ha una flessione nel finale, vince con 15’18” su Lievore. Torriani tira un sospiro di sollievo quando dopo 16’30” vede arrivare il gruppo con la maglia rosa regolato da Bariviera. E’ la penultima tappa del Giro, quello poi vinto da Gianni Motta a Trieste.  

Nel 2021 l’ultimo dei tanti passaggi del Giro d’Italia sul Passo della Crosetta. Il francese Bouchard, in lizza per la conquista della classifica di miglior scalatore, precedette in vetta Nibali e Fortunato. La serie venne invece aperta novant’anni fa da Alfredo Binda. Era l’edizione del 1933, in cui venne istituito per la prima volta il Gran premio della montagna ed erano in palio abbuoni su diversi passi. Sulla Crosetta la corsa transitava durante la quindicesima tappa, Udine-Bassano del Grappa. Binda, in maglia rosa, precedette sulla cima Bovet, Bertoni e il francese Vietto. Nel finale si formò in testa un folto plotone che al traguardo venne regolato allo sprint da Ettore Meini davanti al francese Cornez e al belga Loncke Nel 1934 scollinò in testa Bertoni con un lieve vantaggio su Camusso, Vignoli e Cazzulani. La maglia rosa Guerra, attardato, riprese la testa della corsa al termine della discesa. Nel volatone a ranghi compatti, di nuovo a Bassano del Grappa, Giuseppe Olmo ebbe la meglio su Meini e Piemontesi. 

Sulle altimetrie del Giro il Passo della Crosetta è comparso in passato con altri toponimi, come Osteria Crocetta, Bosco del Cansiglio o semplicemente La Crosetta. Passarono quasi tre decenni per rivedere la corsa rosa su quella salita. Nel 1962 scollinò al comando Nino Defilippis, seguito ad un minuto da Soler, Favero e Adorni. Il piemontese venne poi raggiunto e all’arrivo in salita del Nevegal  il toscano Guido Carlesi s’imposein volata sullo spagnolo Soler. 

Farisato (1968) e lo svizzero Sutter (1978) completano l’elenco dei corridori transitati in testa sul Passo Crosetta al Giro d’Italia. 

Forcella Cibiana – Oggi la corsa rosa scala per la quinta volta la Forcella Cibiana. Che comparve per la prima volta al Giro nell’edizione del 1966. Era una delle cinque salite del tappone Moena-Belluno. Veniva scalata dopo Pordoi, Falzarego e Tre Croci e prima del passo Duran. Fu Franco Bitossi a transitare da solo in testa, con un vantaggio di 3’02” su Portalupi e di 3’56” sullo spagnolo Jiménez. Nel finale, attacco vincente di Gimondi, che s’aggiudica la frazione per distacco. La scalata venne ripetuta nel 1970, tappa Arta Terme-Marmolada comprendente anche Sella Valcalda, Passo della Mauria e Forcella Staulanza. Sulla Cibiana passò per primo Italo Zilioli, a Malga Ciapela s’impose con un’azione a sorpresa Michele Dancelli. 

Stefano Giuliani fu primo al GPM nel 1988 e al termine di una lunga fuga insieme allo svizzero Zimmermann fece sua la tappa Borgo Valsugana-Arta Terme. Nel 2011, infine, la Forcella Cibiana fece parte del percorso di una delle frazioni più dure di tutta la storia del Giro d’Italia, la Conegliano-Rifugio Gardeccia, 229 chilometri con quasi 6.000 metri di dislivello. Si scalavano nell’ordine anche Piancavallo, Cibiana, Giau e Fedaia. Protagonista di una lunghissima fuga, sulla Cibiana transitò in testa, solitario, Stefano Garzelli. Sulla salita finale che portava sotto le Torri del Vajolet il varesino crollò di schianto e a 6 chilometri dal traguardo viene raggiunto e superato dallo spagnolo Nieve, che all’arrivo lo precedette di 1’41”.

Val di Zoldo (Palafavera) – A Zoldo Alto (Palafavera) il Giro d’Italia è già arrivato nel 2005. Era l’undicesima tappa, partita da Marostica, e si scalavano, prima, i passi Cereda, Forcella Aurine e Duran. Maglia rosa era Di Luca, che però giunse al traguardo con un ritardo di 1’01” da Ivan Basso, che lo spodestò. La frazione venne vinta da Savoldelli, in volata proprio sul nuovo leader della classifica. Simoni giunse terzo a mezzo minuto. Due giorni dopo Savoldelli, a Ortisei, scavalcò Basso avviandosi a conquistare per la seconda volta il Giro d’Italia. 

In Val di Zoldo la corsa rosa fissò un traguardo di tappa anche nel 1980. Anziché ai 1514 di Zoldo, però, la corsa si concluse ai 1375 metri di Pecol, due chilometri prima. La frazione misurava 239 chilometri ed aveva preso il via da Sirmione. Sul Passo Duran si assistette ad una clamorosa crisi di Francesco Moser, che, distrutto, transitò con 3’15” di distacco dal battistrada Battaglin, primo al GPM con 27” sulla maglia rosa Panizza e 31” su Hinault. Battaglin incrementò poi il vantaggio e vinse agevolmente a Pecol con 1’15” su Panizza, Prim e Hinault. Il ritardo di Moser fu di 3’49”. 

Prima di giungere al traguardo Palafavera, oggi il Giro affronterà l’inedita scalata di Coi, un’ardita alternativa alla SP251 (5,8 km al 9,7% di pendenza media), che sarà lasciata in località Ruterbol e poi ripresa, al termine di una breve discesa, in vista di Mareson, quando mancheranno 3 chilometri al traguardo.