
Lo scorso anno Alberto Dainese aveva messo la sua firma nell’undicesima tappa, quella con arrivo a Reggio Emilia. Quest’anno il classe ’98 ha impiegato sei tappe in più per trovare il successo, ma anche in questa edizione il veneto aggiunge il suo nome a quello dei vincitori di tappa del Giro d’Italia. La vittoria è stata oltretutto molto sudata perché Dainese è stato costretto prima a una volata di rimonta (su Matthews) e poi a una di resistenza, sulla sparata finale di Jonathan Milan. Non male per un corridore che alla corsa rosa è arrivato all’ultimo momento e con il ruolo di tirare le volate per gli altri.
«I ragazzi sono stati fantastici e hanno fatto un lavoro eccezionale. L’ultimo chilometro l’ha preso in testa Niklas (Märkl), ma purtroppo si è spostato un po’ presto quindi non ho potuto partire subito. Mi sono infatti ritrovato troppo avanti, troppo presto e mi sono defilato aspettando che partisse qualcuno. Allora è scattato Matthews, che per fortuna sono riuscito a rimontare e passare proprio negli ultimi metri».
Dainese, però, non ha esultato subito perché non aveva capito di aver vinto finché non gli è stato comunicato il risultato una volta sceso dalla bici. «Ho visto Jonny (Milan) che continuava a starmi là attaccato, quindi sul colpo di reni ho cercato di schiacciarmi il più possibile sul manubrio e stare davanti. Però se devo essere sincero, pensavo di essere arrivato secondo. Ho capito di aver vinto solo dopo aver visto il fotofinish. In quel momento lì ho provato una gioia immensa».