Roberto Damiani è assolutamente consapevole che l’organico della Cofidis, a questo Giro d’Italia, non è in grado di combattere coi migliori tutti i giorni o quasi. Ma qualche rimpianto comunque c’è. «Ieri, ad esempio, potevamo prendere la fuga con Lastra, che nella generale aveva tre minuti di vantaggio su Armirail. Il Giro e il ciclismo sono così, basta un giorno per passare dalle stelle alle stalle e viceversa».
Voi nella fuga non c’eravate. Perché?
«I ragazzi sono stati onesti: quando il drappello è andato via, non avevano gambe per entrarci. Ma un bel debriefing a fine tappa l’abbiamo fatto, non li ho fatti nemmeno scendere dal bus: con serenità, attenzione, ma allo stesso tempo con nettezza».
Grazie a quella fuga, Armirail ha vestito la maglia rosa.
«Tanto di cappello a lui e alla Groupama-Fdj, ma secondo me ieri ha sbagliato la Ineos. Non volevano perdere la maglia, ma ad un certo punto la situazione è scappata di mano. Il maltempo, le strade viscide e la qualità della fuga hanno avuto la meglio».
Consonni come sta?
«Insomma, così e così. Non sta riuscendo a raccogliere dopo aver tanto seminato e questo sta iniziando a pesargli anche mentalmente. Gli manca un po’ di brillantezza in volata».
Dopo il Giro dove correrà?
«Farà alcune gare di un giorno anche per recuperare. Non credo proprio che partecipi al Tour, mentre parteciperà al campionato italiano anche se oggettivamente mi pare troppo duro per le sue caratteristiche».