Brent Copeland, team manager della Jayco-AlUla, ripensa a come stava Michael Matthews dopo la caduta al Giro delle Fiandre. «Aveva una caviglia talmente gonfia che lo scarpino nemmeno gli entrava. È arrivato al Giro con due settimane di allenamenti, è già tanto quello che ha fatto vincendo a Melfi».
Ma era venuto per la ciclamino, no?
«Sì, ma non ci aspettavamo un Milan così forte e sapevamo che Michael poteva avere delle giornate difficili proprio perché gli mancava una bella base. Va bene così, nessun rimpianto».
Qualcuno in più, forse, per Alessandro De Marchi e le sue vittorie sfumate.
«Ha corso come doveva correre, non gli si può dir nulla. Con un po’ più di fortuna poteva aver già fatto sue due frazioni. È un grande, come corridore e come persona. Lo avevamo preso per questo, per dare l’esempio ai più giovani».
Soddisfatti di Zana?
«Sì, è in netta crescita e secondo me ha la forma e la serenità per puntare ad una tappa. Magari già a quella di oggi».
Dunbar dove può arrivare?
«Bella domanda, è al primo grande giro da capitano e la prossima settimana è durissima. Un piazzamento tra i primi dieci sarebbe ottimo. Comunque, al di là dei risultati, sono contento di come sta correndo la squadra».
Ieri la Ineos ha perso a sorpresa la maglia rosa: che ne pensi?
«Io avrei fatto di tutto per tenerla, è un simbolo importantissimo e non capita sempre di indossarla. Ma ognuno fa i suoi ragionamenti».